Cosa succede se la Borsa di Hong Kong offre quasi 32 miliardi di sterline (36 miliardi di euro) per comprare la sua concorrente di Londra? Non è fantafinanza, ma la realtà. Hong Kong Exchanges and Clearing Limited annuncia oggi di aver fatto una proposta al consiglio di amministrazione del London Stock Exchange Group Plc per unire le due società. È stato tutto ufficializzato in una nota della società madre del listino della ex colonia britannica.
Nella stessa nota hanno precisato che l’offerta vale complessivamente 31,6 miliardi di sterline, considerando anche 2 miliardi di debito. La Borsa di Hong Kong vuole dunque mettere le mani sul London Stock Exchange, la Borsa di Londra che, a sua volta, controlla anche Piazza Affari. Ed è questo che ci interessa di più sottolineare.
Si profila così l’ipotesi che la Borsa italiana finisca nelle mani dei cinesi. “Ridisegneremo l’assetto dei mercati dei capitali per i decenni a venire. Entrambe le aziende hanno grandi marchi, forza finanziaria e comprovata esperienza di crescita”. La notizia ha fatto balzare il titolo Lse a Londra del 9,7% a 7.878 pence per azione.
L’offerta è mista: Hong Kong Exchanges and Clearing offre 20,45 sterline per azione della Borsa di Londra e 2.495 nuove azioni del suo gruppo, valorizzando la Borsa di Londra 83,61 sterline per azione. Secondo i calcoli della Borsa di Hong Kong tale fusione creerebbe un gruppo dal valore di oltre 70 miliardi di dollari.
Se l’operazione andasse in porto, si tratterebbe della seconda acquisizione all’estero della borsa cinese dopo aver rilevato il London Metal Exchange nel 2012 per entrare nel settore delle materie prime. L’offerta di Hong Kong pone tuttavia delle condizioni, ovvero la cancellazione dell’accordo di Lse per acquisire il gruppo specializzato nell’elaborazione di dati in campo finanziario Refinitiv da Blackstone e e Thomson Reuters.
Un’operazione annunciata in estate del valore di 27 miliardi di dollari. Dopo un iniziale silenzio, la borsa di Londra ha risposto che prenderà in considerazione l’offerta fatta dai cinesi definendo la proposta “non richiesta, preliminare e altamente condizionante”. Il gruppo Lse ha poi aggiunto che intende restare impegnato nel progetto di acquisizione di Refinitiv Holding. E Piazza Affari? Verrebbe inghiottita.
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