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Paolo Gentiloni spinge l’Italia nella trappola: “Mes vantaggioso, non è la Troika”

Pubblicato il 24/04/2020 11:20

Paolo Gentiloni, commissario Ue per l’Economia, ai microfoni di Radio Anch’io, all’indomani del vertice Ue dei capi di Stato e di governo elogia il Mes e lo “spinge”, incoraggiando l’Italia a sposare questa lienea. Ci incoraggia, dunque, a metterci il cappio al collo. Grazie Gentiloni. Il commissario Ue afferma: “Quella del Mes è una linea di credito che è vantaggiosa per chi la chiede ed ha un’unica condizionalità e cioè che questi soldi vengano spesi per la sanità e per la prevenzione e non mi , sembra una Troika”. Ah, no? Peccato che alcuni tra i più importanti economisti – non solo italiani – sostengono il contrario e hanno provato in tutti i modi a spiegare qual è il meccanismo intrinseco per fregare l’Italia.

Gentiloni poi sostiene: “Il problema non è solo sul rialzo dei costi di finanziamento, il tema è anche di affollamento nell’emettere titoli e chiedere prestiti sui mercati finanziari, quindi è chiaro che avere linee di credito a disposizione del Mes è certamente un fatto positivo”. Sul fondo europeo “di rinascita post crisi restano diverse questioni cruciali da discutere, come i tempi”, ha affermato il commissario europeo all’Economia, perché bisogna “fare presto, perché i soldi non servono tra due anni ma subito”.

Sull’ammontare, comunque, come spiegato ieri “non stiamo parlando di miliardi ma di migliaia di miliardi, io ho sempre parlato di un fondo da 1.500 miliardi. E poi ovviamente il mix: quanti di questi fondi saranno erogati in prestiti” e quanti in sovvenzioni a fondo perduto. E sui prestiti “che durata avranno: se prestiti ci saranno – ha detto Gentiloni – devono avere una scadenza molto lunga, di 30-40 anni, la parte invece di sovvenzioni dirette, e ci sarà sicuramente, è fondamentale per riequilibrare”.

Mes, Bei, Sure e una promessa di un Fondo – il cosiddetto Recovery Fund – da legare al bilancio europeo con prospettive al momento di difficile previsione vista la nota astiosità dei paesi membri che lo dovrebbero lanciare. Mentre Olanda e Austria parlano di “prestiti”, la Germania “non c’è accordo su come finanziare il fondo”, la Francia tace e l’Italia – stupidamente – esulta. Questo, in estrema sintesi, il Consiglio europeo di ieri che doveva dare “risposte storiche” ed è stato invece l’ennesimo temporeggiamento dinanzi una crisi economica che si prospetta devastante. Fermiamoli. No Mes, e Italexit, queste sono le sole risposte serie da dare.

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