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Dopo il danno, la beffa: gli italiani truffati della banche non hanno ancora visto i soldi

Pubblicato il 09/11/2021 14:09

Al momento di istituire il Fondo indennizzo per i rispamiatori, le promesse erano quelle di “soldi in tempi rapidi e con procedure estremamente semplificate”. Da quel 2019 in cui Lega e M5S cercavano di rassicurare i cittadini frodati dalle banche sono passati due anni, ma i risultati non si sono ancora visti. Anzi. A oggi non è stata ancora avviata alcuna pratica ordinaria e la sensazione sempre più forte è quella dell’ennesima beffa per chi spera ancora nella giustizia.

Dopo il danno, la beffa: gli italiani truffati della banche non hanno ancora visto i soldi

Al 31 ottobre, come riportato da Milano Finanza, la Commissione tecnica della Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, controllata dal Ministero delle Finanze) ha definito 111.836 istanze, “corrispondenti all’89% delle domande afferenti alla procedura forfettaria di indennizzo e al 77% delle istanze complessivamente pervenute, per un importo complessivamente riconosciuto pari a 674 milioni di euro”. Gli ordinativi secondari di pagamento eseguiti sono 118.684, ma non è stata avviata ancora alcuna pratica ordinaria.

Numeri che hanno spinto la la presidente della Commissione banche Carla Ruocco a tuonare: “Ritrovo quindi insoddisfacenti i risultati fino ad ora raggiunti e ritengo necessario a questo punto audire i rappresentanti del Ministero dell’Economia per comprendere quali siano gli eventuali colli di bottiglia e, in caso, preparare degli atti legislativi in legge di bilancio finalizzati a velocizzare le procedure di indennizzo”. Scaricando responsabilità che, però, sono innanzitutto sue.

Uno strumento, quello della Commissione banche, istituto con la manovra del 2019 e forte di una dotazione iniziale di 525 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021. E che però non ha mai funzionato. Ruocco è anzi riuscita nelle difficile impresa di far rimpiangere il suo predecessore, Pier Ferdinando Casini, che pure era finito nel mirino per l’altissimo numero di italiani vittime loro malgrado dei crac delle banche alle quali avevano affidato i propri risparmi. L’ostacolo principale resta quello della burocrazia: i cittadini frodati hanno dovuto presentare documenti che certificassero l’acquisto di titoli poi bruciati dai vari fallimenti degli istituti, ma in ben 75 mila casi la documentazione è stata ritenuta incompleta, nonostante a mancare fossero quasi sempre tasselli secondari.

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