Quando si dice che il lupo perde il pelo, ma non il vizio… Il problema è che quando qualcuno ci prende gusto, a lanciare allarmi sanitari, poi diventa difficile fermarsi. Così, qualsiasi occasione è buona per seminare un po’ di panico. Prima ci hanno provato a Davos, con la cosiddetta Malattia X. Un’ipotetica pandemia mortale e molto peggiore del Covid che, piccolo particolare, non esiste. Nessuno ha capito esattamente di che cosa stessero parlando i padroni del mondo alla riunione del World Economic Forum. Sta di fatto che hanno creato allarme. Ora, invece, tocca alla Dengue, una febbre emorragica che viene trasmessa dalle zanzare tigre infette e che da sempre è endemica nei Paesi tropicali e Subtropicali. In Centro e Sud America, per esempio, ci convivono dalla notte dei tempi. (continua dopo la foto)
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Non è una novità, si sa che cosa provoca, come si trasmette e come curarla. Ma da qualche tempo le autorità lanciano “allarmi” e su alcuni giornali se ne parla come se fosse una roba nuova e misteriosa. Ora, è stata alzata l’allerta anche a Fiumicino. All’aeroporto di Roma hanno già iniziato a “vaccinare” gli aerei. Fuor di metafora, i velivoli provenienti dai Paesi coinvolti da una recrudescenza della malattia vengono disinfettati. E questa è certamente una buona cosa, meglio non correre rischi. E’ piuttosto il modo in cui i media presentano la notizia a lasciare perplessi, per usare un eufemismo. Si dice che la Dengue “sta gettando nel panico il Sudamerica”. Peccato che chi ha frequentato quei luoghi sa benissimo che la Dengue la prendono un po’ tutti prima o poi. E che non ha mai “gettato nel panico” nessuno. Ci sono abituati come noi con l’influenza stagionale. Anche perché le conseguenze di questa febbre emorragica, nella stragrande maggioranza delle circostanze, sono minime. (continua dopo la foto)

Addirittura, nella maggior parte dei casi la malattia è asintomatica. Oppure provoca un leggero stato febbrile. A scanso di equivoci, è l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dirlo. Nei bambini o nei soggetti con risposta immunitaria più rapida, può provocare il classico “febbrone” che va tenuto sotto controllo. Raramente può avere conseguenze più gravi, che portano a reazioni di shock, emorragie e anche al danneggiamento di organi interni. In questi ulimi casi, gli esiti possono essere letali. Ma sono eventi per fortuna molto rari. In Brasile vi sono stati 75 morti in sei settimane, in Argentina 29. Giusto fare attenzione, ma non sono esattamente i numeri di una strage. Somigliano di più a quelli di una normale influenza. Un’ultima informazione importante: la Dengue non si trasmette da persona a persona, ma può essere contratta solo attraverso la puntura di un esemplare di zanzara infetto. Il problema di Brasile e Argentina è che, dato il clima tropicale, quei Paesi pullulano di zanzare Tigre. Mentre da noi, a febbraio, le cose stanno un po’ diversamente.
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