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Il virus rende noti. Virologi in ansia per la fine del Covid e delle loro comparsate in tv

Pubblicato il 21/04/2021 16:14

Se di colpo tornasse la normalità per i tanti virologi diventati vip della tv sarebbero davvero guai. Il Covid, infatti, rende noti. Sparirebbero dai palinsesti, dalle radio, dai giornali. E così, mentre Draghi deve ancora avviare le prime “riaperture”, queste nuove star televisive premono per bloccare tutto e tenere l’Italia chiusa. Del resto, cosa importante se si suicida un’altra partita Iva, o se chiude l’ennesimo ristorante. Come scrive in un’interessante analisi Pietro Senali su Libero, “è una professione che va all’incontrario. Quando il mondo è in ginocchio, piegato dalla pandemia, l’economia stramazza e la depressione diventa sentimento collettivo, loro toccano l’ apogeo. Più il virus dilaga, più il virologo vive il suo momento di gloria, guadagna, diventa famoso”. (Continua a leggere dopo la foto)

E così questa pandemia che si avvia fortunatamente a finire, per qualcuno di loro è un duro boccone da mandar giù. Le luci si spengono, sipario. “Anche perché, quando il Covid se ne andrà – continua Senaldi – i ristoranti apriranno e la gente scenderà in strada, a loro toccherà trasferirsi dallo studio tv al laboratorio, senza neppure la consolazione di raccontare la propria battaglia in un libro, perché a quel punto nessuno vorrà più saperne nulla del Corona. Più si apre, più gli studiosi strillano”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ovviamente, specifica anche il giornalista, non è solo un motivo di vanagloria, i numeri continuano davvero a preoccupare, anche perché c’è un governo di incapaci al timone del Paese. Un governo assai simile al precedente, quello che la pandemia l’ha vista scoppiare e non ha saputo far nulla a parte chiudere tutti in casa. “Abbiamo ancora trecento morti al giorno quando va bene ma le scuole riaprono peggio di settembre, quando i decessi quotidiani erano una dozzina. Questo dovrebbero dire i virologi, se volessero essere ascoltati, anziché fare la guerra ai ristoratori”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Senaldi: “Per il nostro bene, ed è giusto anche ringraziarli, questi virologi hanno lavorato come matti ma, a differenza di chi vorrebbero tenere ancora chiuso a quattro mandate, hanno anche continuato a guadagnare. Senza riuscire, pur parlando in stereofonia tutti i giorni, a suggerire alla politica una sola strategia vincente per fermare il contagio. Non occorre uno scienziato per capire che la chiusura è una misura emergenziale che non può durare oltre un anno. L’economia è come un subacqueo, può inabissarsi in apnea a grandi profondità e risalire sana, purché resti poco senza fiato; viceversa, se vegeta anche un solo metro sotto l’ acqua troppo a lungo, muore”.

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