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Vietato criticare l’Ue in Rai: il Pd invoca la censura per un servizio “scomodo”

Pubblicato il 14/05/2021 13:53 - Aggiornato il 14/05/2021 14:17

Nell’Italia di oggi allineata in tutto e per tutto ai diktat di Bruxelles, segnata da una pandemia che ci ha insegnato tra l’altro che esistono opinioni che non possono essere espresse sui media mainstream perché troppo scomode, succede che un servizio si trasformi di colpo in un caso di Stato. Un filmato, per la precisione, andato in onda durante la trasmissione di Rai2 Anni 20 e nel quale si riservava all’Ue una buona dose di sarcasmo, parola alla quale evidentemente in molti sono allergici. Con il Pd subito a scattare e invocare censure e provvedimenti punitivi.

Il motivo di tanto scalpore dem? Una clip che inizia con la frase “Cosa ci offre l’Europa per fine cena? Un gustoso biscotto alla farina di vermi. Un film dell’orrore? No, ce lo chiede l’Europa”, ironizzando sulle nuove frontiere alimentari già al vaglio in un periodo in cui il settore della ristorazione è messo in ginocchio. Con critiche, poi, ai ritardi nel piano vaccinale, che ci hanno portato a conseguenze sotto gli occhi di tutti: “L’Europa ci ha chiesto di fidarci – sottolinea il servizio – il risultato? Siamo ancora chiusi con il coprifuoco”.

Vietato, insomma, criticare Bruxelles come fatto nel servizio. E il Recovery Found, dipinto da Anni 20 come “un pacchetto di debiti e nuove tasse, con l’Ue che intanto ci chiede di munirci di bavaglio raccomandando una sorta di legge Zan in scala continentale”. Troppo, per i lorsignori del Pd. Intollerabile. Criticare l’Ue sui canali Rai è un tabù che non deve cadere, con l’ad Fabrizio Salini “furioso”, secondo l’Ansa, per quanto andato in oda. E con “provvedimenti in arrivo”, come invocato d’altronde subito dal Pd, amante di lunga data della censura di fronte alle voci fuori dal coro. La dem Lia Quartapelle ha subito parlato di “propaganda” e “superficialità”, mentre +Europa annunciava un esposto all’Agcom.

Finita qui? Macché! Italia Viva per bocca di Michele Anzaldi chiedeva subito “alla commissione di Vigilanza di occuparsi del servizio”, ritenuto d’altronde “allucinante” dalla senatrice del Pd Valeria Fedeli. Il diritto di critica, insomma, non esiste. O meglio, è privilegio soltanto di chi si allinea al pensiero comune dettato da certa sinistra, quella che oggi esalta Draghi come il salvatore della patria e l’Unione Europea come unico futuro. Anche se questo comporta, tornando all’inizio del servizio, vino annacquato e pasti a base di insetti che mortificano le nostre eccellenze alimentari. Meglio dirlo sottovoce, però. Altrimenti, nell’Italia di oggi, scatta prontissima la censura.

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