Ha dell’incredibile ciò che è successo il 29 marzo durante la trasmissione in diretta video della Via Crucis, in celebrazione del Venerdì Santo, da parte della nota emittente cattolica Radio Maria. L’algoritmo di Meta, infatti, ha bloccato a più riprese la trasmissione e ha segnalato la diretta per “immagini di nudo e atti sessuali”. Un caso davvero surreale, che ha provocato l’immediata risposta dell’emittente. “Chiediamo scusa a tutti gli amici che seguivano la prima parte della Via Crucis in adorazione del Signore in Croce”, ha scritto Radio Maria. “Facebook ha eliminato il post per Contenuto Immagini Nudo e ha ristretto i parametri di visualizazione”. Nel comunicato è scritto anche: “Forse Facebook non sa che il Cristo fu spogliato delle sue vesti ma le parti intime coperte con dei panni”. (continua dopo la foto)
“E pensare che Gesù è morto in croce anche per loro”, ha concluso Radio Maria. E’ quasi certo che la diretta sia stata bloccata attraverso la funzionalità dell’Intelligenza Artificiale. Quello che impressiona, in questo episodio eclatante ma anche in tanti altri minori, è che le segnalazioni degli utenti vengano smistate in seconda battuta a un dipendente in carne e ossa per valutare le situazioni. Questo riapre un dibattito molto sentito sull’opportunità di delegare alle macchine le decisioni in qualsiasi campo. Perché più andiamo avanti, più le nostre vite sono affidate all’intervento della tecnologia. E se un post su Facebook non rappresenta una questione vitale, cosa accadrà quando gli interventi dei vari algoritmi rischieranno di interferire su aspetti fondamentali delle nostre vite? Le conseguenze potrebbero essere drammatiche.
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