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Francesca, Augusta e Camilla, arrivano le perizie. Speranza, e ora come la mettiamo?

Pubblicato il 18/05/2022 11:25

Fa male, fa tanto male. Francesca Tuscano, giovane ragazzi di 32 anni, è stata colpita e uccisa da una trombosi indotta dal vaccino Astrazeneca nell’aprile dello scorso anno. Ora lo certificano i periti nominati dalla procura di Genova, mettendolo nero su bianco. I genitori della ragazza per ora si sono affidati allo studio legale di Tatiana Massara e Federico Bertorello soltanto per la pratica amministrativa che dà diritto a un indennizzo previsto per legge. Un indennizzo farsa, un ulteriore insulto. I legali, infatti, ci tengono a precisare che “la famiglia non vuole monetizzare la morte della figlia, sono ancora sconvolti per l’accaduto”. Si tratterebbe di 77.468,53 che la norma – la legge 210 del 1992 estesa nel 2021 al vaccino anti Covid – assegna in caso di decesso. Tanto vale per lo Stato e per il governo la vita di una persona. (Continua a leggere dopo la foto)

Come ricorda Il Fatto Quotidiano, “quello di Francesca Tuscano, che lavorava per una cooperativa nella biblioteca universitaria, si tratta del terzo caso accertato in Italia tramite perizia di Trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (Vitt), la sindrome scoperta dai ricercatori tedeschi dell’Università di Greifswald. C’è il caso di Augusta Tauriaco, insegnante siciliana, che fu vaccinata l’11 marzo scorso e quello di Camilla Canepa, 18 anni, morta il 10 giugno dell’anno scorso, dopo essersi vaccinata in un Open day organizzato dalla Regione Liguria, quando ormai i vaccini a vettore virale – Astrazeneca e Janssen (Johnson&Johnson) – erano raccomandati soltanto per gli over 60. Una raccomandazione che diventò “forte” proprio subito dopo la morte della 18enne”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel caso dei Francesca, ultima tragedia accertata (in attesa delle tante altre), non sono state individuate responsabilità mediche e quindi l’inchiesta penale, aperta subito dopo la sua morte, sarà archiviata. “Inoltre vige lo scudo penale per il personale sanitario che è stato chiamato alle somministrazioni. Non vige uno ‘scudo civile’ e non è detto che la famiglia Tuscano non intraprenda questa strada, anche se al momento non è stato conferito alcun mandato legale. La prescrizione comunque scatterà a 5 anni dalla morte. Il fatto che ci sia una perizia che indica nel vaccino una responsabilità questo non indica che ci sia ‘una esenzione della colpa da parte dello Stato’ secondo lo studio legale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Il Fatto: “Certo è che si tratterà di un percorso in salita perché non c’era obbligatorietà in quel momento, anche se le pressioni sul personale scolastico come su quello sanitario o agli appartenenti alle forze dell’ordine erano fortissime, e perché bisognerebbe dimostrare che il ministero della Salute fosse a conoscenza della pericolosità del composto”. Per i danni da vaccino è stato stanziato un fondo da 150 milioni di euro per due anni. “Alla fine del 2021 uno studio ha spiegato – anche se l’ipotesi era stata già formulata mesi prima – che le trombosi venivano innescate dagli ‘adenovirus che si legano a una proteina’. Ma ormai i vaccini a vettore virale, in Italia e nel resto d’Europa, non erano più utilizzati”.

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