Da tempo conduciamo, insieme a pochi altri coraggiosi in Italia, la battaglia per la verità sul Covid e sui vaccini. Teniamo costantemente alta l’attenzione sulle morti improvvise, che sono drammaticamente impennate dopo la vaccinazione di massa, e gli effetti avversi, che invece subiscono ancora una grave censura. Riprendiamo oggi un’intervista che Ciro Indolfi, presidente della Federazione italiana di Cardiologia e ordinario all’università di Catanzaro, ha rilasciato a Repubblica per ragionare di cuore, Covid e vaccino. Pericarditi e miocarditi hanno registrato numeri impressionanti da quando alla popolazione è stato imposto, sotto ricatto (pena perdere diritti, lavoro e libertà), il vaccino. Ovviamente Repubblica imposta l’intervista sulla base di un principio che dichiarano subito in apertura: “Cerchiamo di far chiarezza, evitando che abbiano la meglio timori e sospetti infondati”. Sull’infondatezza di questi timori, però, c’è da ragionarci. (Continua a leggere dopo la foto)
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E allora ecco che a parlare di vaccino e miocarditi ci pensa il prof. Ciro Indolfi, che spiega: “Dopo miliardi di persone vaccinate sono stati riportati alcuni casi di associazione tra vaccini e miocarditi o pericarditi, per lo più riscontrata in quei giovani maschi a cui era stata inoculata la seconda dose a mRNA. Ma le prove attuali sulla presunta associazione si basano in gran parte su case report e serie di casi pubblicati, nonché su indagini osservazionali e meta-analisi”. Quindi non hanno valore? Dice il medico: “Sono stati diagnosticati, è vero, pochi casi di miocardite acuta potenzialmente associati all’immunizzazione durante l’esecuzione di una biopsia endomiocardica. Ma sono rimasti alcuni e fondati dubbi sulla reale incidenza di questa complicanza. La maggior parte dei lavori pubblicati infatti ha basato la diagnosi di miocardite sul risultato ottenuto dalla risonanza magnetica cardiaca (Mri) che potrebbe rappresentare una valida alternativa per la caratterizzazione non invasiva del tessuto miocardico”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Vaccino e miocarditi, la “supercazzola” di Repubblica
Sempre in merito all’insorgenza di miocardite acuta in seguito alla somministrazione del vaccino anti Covid il prof. Ciro Indolfi dice: “Rimane relativamente rara e accompagnata da un tasso di mortalità molto basso. L’incidenza varia in base al tipo di vaccino, sesso ed età e dopo la prima, seconda o terza dose di vaccinazione”. La morale di questa chiacchierata a senso unico? Vaccinarsi “resta un dovere”. E perché mai? Lo dice il prof: “Perché il vaccino protegge se stessi, ma anche tutti gli altri con cui veniamo a contatto”. Ancora? Allora rimandiamo il professore e tutti i lettori di Repubblica all’infinità di articoli, fondati su basi scientifiche, che abbiamo pubblicato in questi ultimi due anni che smentiscono ogni parole detta in questa intervista. Per ultimo, proprio quello pubblicato pochi giorni fa, in cui si riporta la risposta data dall’Ema al Parlamento Ue in cui si spiega che il vaccino non protegge dal contagio né impedisce il contagio.
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