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Vaccini, vietato indagare sulla von der Leyen. L’incredibile decisione dell’Europa

Pubblicato il 21/01/2024 13:20 - Aggiornato il 21/01/2024 19:12

“La trasparenza è uno dei principi fondamentali dell’Unione europea ”, dicono, anzi è proprio scritto così sul sito istituzionale. Eppure, almeno su una vicenda è calato un velo di silenzio e di omertà, ed è una vicenda assai grave per la sua portata e le sue conseguenze. Stiamo parlando dei famosi (famigerati) Sms segreti tra Ursula von der Leyen e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla e, dunque, anche dei contratti tra Bruxelles e la capofila del cartello di Big Pharma, negoziati essenzialmente dalla baronessa von der Lyen in nome di 449 milioni di cittadini comunitari. Un acquisto, oltremodo eccessivo oltre che assai opaco, di quasi due miliardi di dosi di vaccino contro il Covid-19 tra il 2020 e 2021. In realtà, anche se è passato praticamente sotto silenzio e rinveniamo la notizia, al momento, solo su La Verità, la possibilità di imprimere una svolta “trasparente” c’è stata, ma è andata sprecata. (Continua a leggere dopo la foto)

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Foto: von der Lyen e Bourla

Cosa è successo a Strasburgo

Il Parlamento europeo, lo scorso 17 gennaio, ha votato una risoluzione che dava mandato a Emily O’Reilly, il difensore civico europeo – soggetto, anche detto “ombudsman”, che ha il compito di accogliere i reclami non accolti in prima istanza dal soggetto che eroga un servizio – di pubblicare, senza omissis, i testi degli accordi per le forniture dei vaccini. La richiesta era declinata secondo una duplice direttiva, nel senso che si chiedeva la divulgazione tanto degli Sms quanto dei contratti stessi. Ebbene, Strasburgo ha bocciato la proposta avanzata dal gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, in cui ricade Fratelli d’Italia. Nulla di fatto, dunque, sebbene Emily O’Really abbia da sempre criticato in maniera netta la gestione di Sms considerati di importanza rilevante per l’Ue da parte della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. La vicenda risale all’aprile 2021, allorché il New York Times rivelò che l’intesa per una maxi-fornitura di vaccini tra l’Ue e Pfizer fosse avvenuta sulla base di un sms tra von der Leyen e il ceo dell’azienda farmaceutica. “L’accesso ai documenti Ue è un diritto fondamentale. Se da un lato si tratta di una materia complessa dall’altro le pratiche della Commissione dovrebbero evolversi, stare al passo con i tempi e modernizzare le loro forme di comunicazione”, aveva dichiarato nel gennaio del 2022 proprio Emily O’Really. I contratti sono ancora sottochiave, così come i messaggi di chat tra Ursula e Pfizer, debbono rimanere sigillati. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ecco chi ha “affossato” la risoluzione

Nella votazione sul rilascio, in 349 hanno votato contro, laddove solo 254 deputati si sono espressi a favore della pubblicazione dei contratti. Ursula von der Lyen e Albert Bourla, evidentemente, sono legibus solutis, superiori alle leggi. I voti contrari alla pubblicazione sono giunti dai gruppi del Ppe, Renew Europe (il partito di Micron ne è la componente principale) e Socialisti e democratici: dunque, hanno votato “No” anche Forza Italia, Pd, Italia Viva e Azione. La tesi della Commissione, invero risibile, resta sempre la stessa: delle conversazioni private non vi è più traccia e, non essendo “documenti ufficiali”, non vi era obbligo di conservarle. Il difensore civico europeo, Emily O’Really, sostiene invece che quegli Sms avevano i crismi degli usuali documenti e parla di “mala amministrazione”. Come minimo, aggiungiamo noi.

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