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Vaccini cinesi senza ok dell’agenzia del farmaco. Lombardia (di nuovo) nella bufera

Pubblicato il 12/10/2020 10:11 - Aggiornato il 12/10/2020 10:12

Bufera, ritardi nei tempi di somministrazione e prezzi più cari rispetto alle altre regioni. Quella che dovrebbe essere una preziosa garanzia di protezione ai tempi del Covid, potrebbe scarseggiare proprio nella regione che è stata tra le più colpite d’Italia. 

In Lombardia per l’approvigionamento del vaccino antinfluenzale, ben nove gare sono state deserte o annullate, mentre alla decima si sono presentate due aziende cinesi, la LifeOn e la Falkem Swiss. La prima “dovrebbe fornire 100mila dosi”, ma -riferisce Agi- “è priva del pezzo di carta necessario a mettere in commercio il vaccino”, ovvero non ha la certificazione dell’Aifa, Agenzia italiana del Farmaco, la seconda, invece, “chiamata a garantire 400mila dosi, non ha effettuato la registrazione ad Anac”. 

Non solo è stata fatta confusione e, arrivando all’ultimo minuto, i prezzi corrispondono a tre volte tanto quelli del Veneto e dell’Emilia Romagna, (sui costi, la Procura di Milano ha aperto un’indagine conoscitiva, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli a capo del pool reati contro la pubblica amministrazione) ma il rischio è che la quantità non sia sufficiente per riuscire a “coprire intere fasce di popolazione che, invece, sarebbe importante che si vaccinassero contro l’influenza, come raccomandato dal ministero della salute e da tutti gli organismi competenti nella lotta al Sars-Cov-2”.

Aria, la centrale regionale per gli acquisti, già nel mirino per la fornitura dei camici, con la delibera del 6 ottobre “aveva determinato l’assegnazione a Lifeon subordinando l’efficacia dell’aggiudicazione all’esito positivo delle verifiche dei requisiti di ordine generale”, ma la centrale regionale ha precisato che “non ci sarà alcun acquisto né alcuna forma di pagamento da parte dell’istituzione” fin quando non arriverà l’ok dall’agenzia del farmaco .