La pazienza di Mario Draghi sembra essere arrivata al limite. Il nervosismo del “Governatore d’Italia” deve essere alle stelle vista la convocazione a sorpresa del Consiglio dei Ministri alle 5 del pomeriggio. Un’adunata del tutto fuori programma la sua, che ha letteralmente scatenato il panico nella maggioranza.
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Un odg a dir poco criptico
«All’ordine del giorno comunicazioni del presidente», questo e solo questo il motivo addotto dal bollettino di Palazzo Chigi per la riunione straordinaria. Ma che succede di così grave ed impellente per una simile riservatezza? Succede che, come anticipato su queste pagine nelle scorse settimane, i 200 miliardi del Pnrr sono a rischio. Dal canto sui, il Premier non vuol perdere la faccia in Europa. Ovviamente secondo Draghi, la colpa è da attribuirsi ai partiti, che bloccano l’esame del decreto concorrenza, mettendo a rischio i fondi del Recovery. Il Presidente del Consiglio vuole che tutti lo seguano e che, soprattutto, seguano i dettami dell’Europa.
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Il malcontento di Draghi
Già diverse volte avevamo parlato del malcontento di Draghi ma, questa volta, la pazienza potrebbe essere arrivata al punto di rottura. Nel mirino del premier ci sono Conte e Salvini. Il leader dei 5 Stelle sarebbe pronto allo strappo definitivo col PD, mentre quello della Lega, uscendo da Palazzo Chigi lunedì scorso, dopo il faccia a faccia con il presidente, aveva detto «troveremo un accordo» sui balneari. Il provvedimento, però, è ancora bloccato nella commissione Industria del Senato.
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Crisi di Governo?
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso è stata quella del comunicato congiunto con cui i capigruppo di Lega e Forza Italia, Massimiliano Romeo e Anna Maria Bernini, i quali hanno chiesto «ulteriori approfondimenti sul tema delle concessioni balneari per arrivare a un testo condivisibile e quindi condiviso». Com’è noto, Draghi non è molto propenso al confronto politico. L’insofferenza di Palazzo Chigi verso tali dinamiche si è fatta sempre più corposa, fino a minacciare, plausibilmente, l’ennesima crisi di Governo per riportare tutti nei ranghi.
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