Ci è rimasto male davvero, Mario Draghi, una volta preso atto del naufragio del suo sogno, il salto diretto dalle stanze di Palazzo Chigi a quelle del Quirinale per succedere a Sergio Mattarella. Una delusione talmente grande da spingere alcuni analisti a ipotizzare le dimissioni del premier e il ritorno alle urne prima della fine della legislatura. Uno scenario, quello del voto anticipato, che è tornato di colpo a popolare l’immaginario degli opinionisti proprio in queste ore, ma per motivi completamente diversi. A riportare gli italiani alle elezioni potrebbe essere infatti, udite udite, addirittura Giuseppe Conte.
Come rivelato dal Tempo, infatti, il rapporto tra il Movimento Cinque Stelle e Draghi, mai troppo semplice, di recente avrebbe subito un altro scossone, particolarmente forte. I sondaggi rivelano da tempo un allontanamento degli elettori dal M5S, che col passare dei mesi ha cambiato sempre più pelle, sempre più lontano dai cittadini e sempre più a suo agio nelle stanze del potere. E allora, per risollevare le sorti del partito, ecco che Conte starebbe valutando una mossa “forte”, uno strappo che porterebbe alla fine del governo Draghi.
Secondo numerosi rumors romani, scrive infatti il Tempo, “sarebbe pronto allo strappo definitivo: uscire dall’esecutivo e prepararsi alle elezioni anticipate di settembre”. Parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non vuole nemmeno sentire, soprattutto nel bel mezzo di una grave crisi internazionale, con il conflitto in Ucraina ancora in atto. E che però potrebbero trovare sponda nella Lega di Matteo Salvini, a sua volta non più così sicura di voler arrivare alla naturale scadenza della legislatura, fissata per il 2023.
Salvini deve infatti a sua volta fare i conti con un calo nei sondaggi che vede ora il suo partito inseguire Fratelli d’Italia, scalzato nella leadership del centrodestra. E alla Lega non giova rimanere impantanata in un governo che vive ormai di tensioni continue tra le tante formazioni che sostengono Draghi. Anche perché l’ultimo obiettivo rimasto, una nuova legge elettorale, sembra difficile da raggiungere con queste confusionarie premesse.
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