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Ucraina, il sondaggio di Pagnoncelli fa rabbrividire Floris e tutto il Governo. Gelo in studio

Pubblicato il 20/04/2022 17:31 - Aggiornato il 20/09/2023 12:18

In periodo di guerra le domande che più attanagliano i giornalisti ed i sondaggisti italiani, da un po’ di tempo a questa parte, sono molteplici. Da che parte stanno gli italiani? Sono davvero tutti dalla parte dell’Ucraina, che è il Paese aggredito? Ebbene, durante la puntata di DiMartedì, su La7, trasmessa ieri sera 19 aprile, Nando Pagnoncelli ha illustrato al pubblico di Giovanni Floris un sondaggio a dir poco eloquente.
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Da che parte stanno gli italiani?

I risultati hanno lasciato sgomenti i presenti in studio, che si sono meravigliati di come gli italiani abbiano risposto al sondaggista riguardo al conflitto in Ucraina. Il 54 per cento degli intervistati, infatti, si è schierato “senza se e senza ma” dalla parte dell’Ucraina, dunque un italiano su due. Il dato chiave, però, è che ben il 39 per cento non si è schierato ideologicamente né con la Russia, né con l’Ucraina, mentre soltanto il 7 per cento ha dichiarato di essere dalla parte di Vladimir Putin.
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Incertezza sulle cause della guerra

Ma non è finita qui. Sulle cause della guerra, infatti, sono emersi ulteriori scombussolamenti in studio, viste le percentuali inaspettate. Secondo quanto rilevato da Pagnoncelli il 50 per cento degli italiani ritiene che “la Russia avanza pretesti infondati e l’invasione non può essere giustificata”, mentre il 23 per cento ha sostenuto altresì che “la Russia ha ragione a sentirsi minacciata dalla Nato ma l’invasione non può essere giustificata”.
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In linea con la precedente domanda, il 7 per cento degli intervistati ha poi dichiarato che “la Russia ha ragione a sentirsi minacciata dalla Nato e l’invasione è giustificata”. Il sondaggio si è poi chiuso con quelli che “non sanno” o “non si esprimono”, che sono risultati essere il 20 per cento.
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La propaganda non sembra attecchire totalmente

Una bel colpo per gli opinionisti presenti, probabilmente meravigliati di come la martellante propaganda occidentale non abbia ancora ottenuto un quasi pieno consenso verso colui che viene identificato come un eroe senza macchia e senza paura (Zelensky), a scapito del tiranno, criminale di guerra e noto divoratore di bambini (Vladimir Putin).

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