Il Presidente del Consiglio si è detto contrario all’utilizzo dell’Ecobonus al 110% sulla ristrutturazione delle case con relativo efficientamento energetico: «Non siamo d’accordo sulla validità del Superbonus al 110%». Sono queste le parole perentorie di Mario Draghi al Parlamento europeo, replicando agli europarlamentari nel dibattito che è seguito al suo intervento.
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Un problema di costi
Le motivazioni fornite dal Premier adducono ad un problema di costi: «Il nostro governo è nato come governo ecologico» ma «possiamo non essere d’accordo sul Superbonus del 110% e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento» con il quale «il costo di efficientamento è più che triplicato, i prezzi degli investimenti sono più che tripli perché toglie la trattativa sul prezzo». Draghi ha poi dichiarato che «il nostro ministro dell’Ambiente è stato straordinario, ha fatto provvedimenti straordinari» e che, comunque, «le cose vanno avanti in Parlamento».
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Cos’è l’Ecobonus 110%
Il fatto che Mario Draghi non fosse propenso a questo tipo di provvedimento si era capito dai continui blocchi e dalle modifiche apportate alla misura nei mesi scorsi che di fatto hanno rischiato di renderla inutilizzabile. Il Superbonus 110% è una misura introdotta dal decreto-legge “Rilancio” del 19 maggio 2020. In soldoni, si tratta di una detrazione fiscale del 110% sulle spese sostenute dai cittadini per lavori di ristrutturazione di edifici esistenti o per interventi tesi a migliorare l’efficienza energetica.
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La cessione del credito fiscale
Come dicevamo, a Draghi il discorso del credito fiscale del Superbonus non è mai piaciuto, tanto che il suo esecutivo ha già inserito dei paletti normativi volti a limitare fortemente la circolazione di tali crediti. Sono molte, infatti, le realtà commerciali che si sono trovate diversi bastoni tra le ruote dopo aver perseguito la strada dell’accollamento delle spese. Operazioni fatte in virtù della cessione dei crediti fiscali riservati ai cittadini idonei all’avanzamento dei lavori.
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