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“Tre ore in attesa di un’ambulanza”. Scoppia il caso 118. La denuncia di Italexit: “Anche 12 ore di ritardo”

Pubblicato il 06/07/2022 11:46

Tre ore di attesa, con il rischio di una tragedia sempre più imminente. Una testimonianza choc quella di Davide Laurenti, un infermiere che nelle scorse ore ha pubblicato un video, girato a Roma, subito diventato virale: “Se venite a Roma e vi sentite male, non potete fare altro che pregare. Questa signora di 70 anni ha avuto un malore qua alla stazione Termini, abbiamo chiamato il 118 sollecitando quattro volte, ho parlato personalmente con la collega della sala operativa e lei mi ha detto che le ambulanze sono tutte bloccate nei pronto soccorsi. Questa è Roma e questa è la sanità italiana nel 2022”.

È stato proprio Laurenti ad assistere la donna, che nel frattempo aveva avuto un malore ed era rimasta sdraiata per quasi tre ore sul pavimento della terrazza che affaccia sui binari alla stazione Termini di Roma. Come ricostruito dai presenti, in quel lasso di tempo la signora sarebbe svenuta più di una volta, ma è stata portata in ospedale soltanto dopo due ore e quarantesei minuti.

Fanpage ha raccolto le dichiarazioni di Ares 118, che ha come più della metà delle ambulanze sia attualmente ferme al pronto soccorso. “Il problema è ormai noto: le barelle delle ambulanze vengono parcheggiate al pronto soccorso perché mancano i posti letto. In più, le difficoltà legate alla gestione dei pazienti Covid e alla separazione dei percorsi in pronto soccorso hanno aumentato i disagi e i ritardi”.

Nei giorni scorsi era stato il senatore di Italexit William De Vecchis a lanciare l’allarme: ” Sono mesi che l’emergenza territoriale per il pronto intervento sanitario laziale aumenta. È una situazione in costante peggioramento: non ci sono più mezzi disponibili per garantire una risposta pronta e adeguata dei mezzi di intervento sanitario. Soccorsi in attesa con ritardi che arrivano a toccare le 12 ore, ambulanze che vengono inviate per l’intervento ad emergenza finita , con ovvi disagi per i pazienti e una situazione di rischio anche per il personale. A oggi il Lazio sta sprofondando in una situazione di emergenza senza precedenti”.

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