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“Trattati come appestati, così non possiamo lavorare”. I medici no vax tornano a lavoro ed ecco cosa succede (IL VIDEO choc)

Pubblicato il 09/11/2022 13:05

Una discriminazione che non è ancora finita, quella verso i sanitari non vaccinati. Liberi, teoricamente, di tornare alla propria occupazione, ora che l’emergenza Covid è finalmente alle spalle e che ci si è resi conto della follia del clima d’odio creato nei mesi precedenti. Teoricamente, appunto, perché in realtà una volta tornati in corsia l’incubo è subito ricominciato. A raccontare quanto sta accadendo negli ospedali italiani è stato un servizio realizzato da Raffaella Regoli e andato in onda durante l’ultima puntata del programma Fuori dal Coro, diretto da Mario Giordano su Rete. “Discriminati, ghettizzati: l’apertheid si è trasferito in corsia, dove da qualche giorno i sanitari non vaccinati sono tornati a lavoro. Ma a che prezzo?”. (Continua a leggere dopo la foto)

La giornalista ha raccolto tante testimonianze, come quelle provenienti dal Friuli Venezia-Giulia: “La coordinatrice ci ha detto che noi richiamati avremmo dovuto tenere una casacca verde che copre le braccia e il torace, come un grembiule” è stata la testimonianza di un’infermiera. Un modo per rendere immediatamente riconoscibili agli occhi di tutti i dipendenti che avevano rifiutato in passato l’inoculazione. (Continua a leggere dopo la foto)

“È stato un inferno già prima – ha invece spiegato Carla, sempre dal Friuli – dovevo girare con uno scafandro lungo già prima della sospensione”. Al ritorno, le cose non sono migliorate: “Il medico competente mi ha detto che non posso entrare a contatto con i pazienti, che era il mio lavoro. Sono costretta a passare la giornata davanti al computer”. Altre persone sono state invece destinati ad altri reparti. La discriminazione, insomma, continua ogni giorno. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ero in un reparto chirurgico, ci ho lavorato tutta la vita – ha spiegato un’altra donna – ora mi hanno trasferito al pronto soccorso, un reparto completamente diverso”. Dario Giacomini, presidente dell’associzione ContiamoCi, ha denunciato a sua volta: “Sono ceppi che oggi vengono messi ai piedi dei medici, un domani potrebbero essere messi ai piedi di tutti i cittadini”.

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