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Taranto, una città ammalata: e la colpa non è soltanto dell’Ilva

Pubblicato il 05/03/2020 11:16

Non di sola Ilva sta morendo Taranto. Un racconto diverso, quello emerso durante il processo in corso davanti alla Corte d’Assise, che scoperchia tutti di una città da tempo vittima dell’ingordigia degli altri. Tra le tante inchieste del processo Ambiente Svenduto, quella che in questi giorni sta occupando le prime pagine dei giornali riguarda gli anni 1995-2013, quando l’acciaieria cittadina era stata gestita dal gruppo milanese Riva prima di passare nelle mani di ArcelorMittal. L’accusa, per gli ex proprietari, è aver avvelenato il Mar Piccolo e i terreni tutto intorno allo stabilimento.

Taranto, una città ammalata: e la colpa non è soltanto dell'Ilva

Diossine, Pcb (i cancerogeni policlorobifenili). Allevamenti di cozze contaminati, greggi distrutti. Con una scoperta che rende il quadro ancora più inquietante: a rovesciare in acqua con noncuranza quelle sostanze pericolosissime non sarebbe stata l’Ilva, che sul Mar Piccolo non si affaccia, bensì la marina militare. Qualcuno se ne sarebbe accorto anche all’epoca, finendo però puntualmente sostituito dall’incarico prima che potesse raccogliere troppe prove. In una dichiarazione del 3 marzo, la procura di Taranto ammette la scomparsa di documenti potenzialmente rilevanti nel dipingere l’Arsenale come il vero responsabile dei danni al territorio.

Taranto, una città ammalata: e la colpa non è soltanto dell'Ilva

Una ricostruzione che era emersa anche grazie alle testimonianze di Fernando Severini, ex ispettore del lavoro che ha raccontato come tra il 2005 e il 2009 la marina avrebbe avuto enormi responsabilità nell’inquinamento di Taranto. Scarichi a mare nascosti nel terreno, trasformatori gettati in acqua, tappi dell’olio cancerogeno aperti. Un’inchiesta stroncata sul nascere ma che ora è tornata attuale: i Riva, di fronte a certe dichiarazioni, hanno infatti visto un inatteso spiraglio per dimostrare come l’Ilva non sia stata l’unica causa di distruzione ambientale nella città pugliese.

Taranto, una città ammalata: e la colpa non è soltanto dell'Ilva

La famiglia milanese cerca così di dimostrare come far passare loro come unici colpevoli abbia fatto parte di un racconto che tornava comodo a diverse realtà tarantine, che non avevano mai accettato l’arrivo dei Riva, considerati estranei al tessuto sociale. Una raccolta di rifiuti del 2017 portò in superficie 150 tra veicoli e parti di auto al di sotto della superficie del mare, insieme a pneumatici, relitti, fusti, rifiuti e ogni altro genere di materiale.

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