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Tanti decreti, ma pochi soldi. La folle pretesa di risolvere la crisi per legge

Pubblicato il 15/04/2020 14:55 - Aggiornato il 15/04/2020 15:32

Viene spontaneo arrivati a questo punto della situazione riflettere su quelli che sono i risultati conseguenti alle direzioni imboccate per affrontare la crisi economica. Crisi economica che, è bene tenere a mente, scaturisce dalle restrizioni necessarie per contrastare l’epidemia. 

L’Italia oggi” propone un’analisi considerevole dei fatti. Sebbene sia trascorso, dal momento in cui è stata dichiarata pandemia, un notevole lasso temporale e si contino ben quattro decreti, “cittadini e imprese non vedono ancora nemmeno un euro”. Quello che è uscito fuori da Palazzo Chigi è un “groviglio normativo tale da mandare in tilt anche gli esegeti ed i commentatori più attenti” che non ha fatto altro che mettere fin dal principio una confusione incredibile.

A render più complicate le cose erano anche le continue revisioni, in alcuni casi effettuate all’ultimo minuto. Ricordiamo ad esmepio quello che è accaduto per il bonus dei 600 euro (https://www.ilparagone.it/attualita/no-tu-no-bonus-600-euro-aumenta-la-platea-degli-esclusi-le-assurde-novita/). Oppure la questione legata al numero delle autocertificazioni, che è diventata realmente motivo di risate virali sui social. 

La sensazione trasmessa è narcisista. L’immagine è quella di un governo che sembra più attento e interessato alla veicolazione del proprio riflesso, piuttosto che alla efficacia concreta della sua funzione. Un governo che sembra più capace nelle dirette trionfalistiche piuttosto che nei contenuti delle misure previste. 

Come quando sono stati annunciati i 400 miliardi per le imprese, subito dopo l’approvazione del decreto liquidità. Peccato che si trattasse di una bella e “semplice illusione”, probabilmente costruita ad hoc per ottenere approvazione e conclami. Nei 400 miliardi infatti sono stati contati anche i 200 miliardi di garanzie alle esportazioni che potrebbero essere concesse da Sace. Ma non si tratta di soldi veri, aggiuntivi, bensì dell’ammontare massimo delle garanzie che possono essere concesse nel corso dell’anno, un budjet immutato.

Abbiamo visto anche, come a conti fatti, la manovra “Fondi di garanzia”, in realtà, abbia una portata massima di 350.000 finanziamenti, numero insufficiente per il numero di imprese presenti sul territorio nazionale, e dia luogo ad una bassissima leva. (https://www.ilparagone.it/economia/sistemi-in-tilt-e-soldi-che-non-bastano-cosi-la-liquidita-promessa-dal-governo-resta-un-fantasma/)

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