C’è stato un momento nel recente passato, subito dopo l’esplosione della pandemia di Covid, in cui l’espressione “investire sulla sanità” faceva capolino sulla bocca di ogni politico, di qualsiasi schieramento. Con promesse solenni fatte agli italiani: errori come quelli del passato, con tagli continui e strutture in ginocchio, non si sarebbero più ripetuti. Un paio d’anni dopo ed ecco che il quadro non è, invece, assolutamente cambiato. Anzi: come spiegato da Laura Della Pasqua sulle pagine della Verità, la situazione è semmai peggiorata. Il tutto nonostante i soldi ci siano, ma non vengono spesi. Un dettaglio che non è sfuggito nemmeno all’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), secondo la quale il nostro Paese dovrebbe investire l’1,4% in più del Pil rispetto al 2021 nella sanità. In totale, parliamo di un aumento di oltre 25 miliardi di euro, considerati necessari. (Continua a leggere dopo la foto)
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In attesa che il governo Meloni discuta la prossima legge di Bilancio in autunno, i numeri degli ospedali italiani fanno paura: mancano 30.000 medici ospedalieri, 70.000 infermieri e circa 100.000 posti letto. Nel giro di 10 anni, tra il 2011 e il 2021, in Italia sono state chiuse ben 125 strutture. Il tutto mentre destra e sinistra si alternavano al governo, facendo promesse mai mantenute. (Continua a leggere dopo la foto)
Fossc, il Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari, ha pubblicato dati horror: “In un anno sono stati eliminati quasi 21.500 posti letto e solo nei mesi più duri della pandemia c’è stato un ripensamento. Nel 2020 erano 257.977, per poi scendere a 236.481 nel 2021. Mancano almeno 30.000 specialisti ospedalieri”. (Continua a leggere dopo la foto)
Il problema di fondo? Lavorare nelle strutture italiane non è un traguardo ambito per i nostri professionisti. Turni massacranti, retribuzioni scarse, poche possibilità di carriera, mancanza di sicurezza: problematiche che spingono un numero crescente di giovani a cercare fortuna altrove, fuori dai nostri confini. Sempre secondo il Forum, la carenza di personale renderà impossibile attuare quanto previsto dal Pnrr per la medicina territoriale: l’ennesima occasione persa da un Paese che avrebbe bisogno invece di invertire rotta, quanto prima.