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Superbonus, il governo si accanisce. La mossa (scorretta) dell’Agenzia delle Entrate che mette i brividi agli italiani

Pubblicato il 19/08/2022 19:33

Siamo in campagna elettorale e questo lo sappiamo tutti. Ma nel frattempo l’Italia resta in attesa di uno sblocco definitivo della miriade di cantieri per l’efficientamento energetico e sismico di condomini e villette. La partita è quella del Superbonus 110% e dei crediti fiscali ad esso legati. Una partita che al momento è in un time-out estivo, in attesa all’ora della verità: o si sblocca, o rischia di concludersi dolorosamente per molte imprese e committenti. Il rischio, inoltre, è che l’Agenzia delle Entrare chieda indietro i soldi dati per via dei ritardi nei lavori.
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Come riporta la Repubblica, gli ultimi dati dell’Enea, relativi al mese di luglio, ci dicono che la mole di denaro in gioco è cresciuta a ritmo sostenuto: nel portale, d’altra parte, entrano i dati dei cantieri di qualche mese fa e per questo – sostengono gli addetti ai lavori – non c’è ancora traccia del congelamento che da più parti si denuncia. Nel solo mese di luglio si segnalano 25mila cantieri in più, quattro miliardi e mezzo di nuovi lavori. Il controvalore totale delle opere ammesse sfiora i 40 miliardi, la spesa prevista per lo stato i 44. Mentre i lavori effettivamente conclusi risultavano essere 28,2 miliardi. Nella forbice tra i due valori c’è la dimensione del rischio che corrono, alcuni committenti, di restare in sospeso.
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Analizzando la mera parte operativa della questione, per i condomini c’è tempo fino al 31 dicembre 2023 per sfruttare l’agevolazione al 110%. Vista l’importanza e la durata dei cantieri, che gli amministratori degli stabili più comuni nelle nostre città indicano tra 10 e 12 mesi, è chiaro che i prossimi mesi saranno quelli della verità per organizzare i ponteggi e farli partire. Le jeux son fait invece per le villette e gli immobili funzionalmente autonomi. In questo caso, infatti, il Superbonus è riconosciuto fino a fine anno solo con lavori già in corso al 30 giugno e a patto di realizzare almeno il 30% del progetto entro il prossimo 30 settembre.
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Le problematiche principali sono legate alla cessione dei crediti. Il decreto Semplificazioni, convertito definitivamente in legge, ha permesso agli istituti bancari di cedere i crediti ai correntisti titolari di partita Iva. E’ stato poi allargato l’orizzonte temporale, dando la possibilità di effettuare questo passaggio dei pacchetti ai clienti professionali indipendentemente dalla data in cui il credito è stato originato. In sostanza, ora come ora chi matura il credito perché avvia il lavoro lo può sfruttare o cedendolo direttamente oppure come sconto in fattura, retrocedendolo all’impresa che esegue i lavori. Dal secondo al terzo passaggio, a comprarlo possono solo essere banche, assicurazioni o finanziarie. Come quarta cessione, è possibile il passaggio da banca a cliente professionale.
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Dunque, la catena è stata riallungata e la platea di potenziali acquirenti allargata per permettere alle banche di smaltire i crediti messi in pancia nel loro cassetto fiscale, così da ridare ossigeno alle imprese con nuovi acquisti. Ma secondo gli osservatori non basta ancora. Proprio una decina di giorni fa l’Ance Sicilia ha denunciato lo stallo persistente, chiedendone lo sblocco immediato perché “se ciò non accadesse, a breve l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere ai proprietari degli immobili, con i cantieri fermi da mesi, di restituire le somme finora percepite più le sanzioni perché i lavori non sono stati completati nei termini. E occorre salvare da sicuro fallimento le imprese edili coinvolte che attendono da mesi di recuperare gli investimenti anticipati”.
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Quel che manca ancora, dicono i costruttori dell’isola, è la mancata soluzione del problema della corresponsabilità di chi acquista il credito nei confronti del Fisco, nel caso di frodi da parte del titolare originario della detrazione. A fine giugno le Entrate hanno richiamato alla massima diligenza, e l’Abi ha subito chiesto alle banche di attenersi a queste disposizioni. Ma si aspetta un ulteriore intervento per capire con maggiore chiarezza quale sia il limite di questa diligenza e ci si metta al riparo, nel comprare un credito, da brutte sorprese legali. Come ha ricostruito il Sole24Ore nei giorni scorsi, lo schema di convenzione tra il Mef e le Entrate prevede che sei crediti su dieci dei bonus edilizi passino sotto il pettine del controllo preventivo del Fisco: un documento che a inizio settembre verrà discusso con i sindacati ma indica chiaramente quanto sia alto il livello di attenzione, al Tesoro quanto all’Agenzia, sul tema.

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