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Superbonus, blocco totale. I costruttori in rivolta contro governo e banche: cosa succede ora

Pubblicato il 11/11/2022 10:38

La questione Superbonus è serissima e con l’insediamento del nuovo governo la situazione non sembra migliorare. Stando alle reazioni che si sono susseguite dopo la sospensione del servizio di acquisto di nuovi crediti fiscali da parte di Poste Italiane e Intesa Sanpaolo l’insofferenza monta, anche a causa dell’assenza di risposte da parte dell’esecutivo con iniziative concrete per risolvere le falle che rischiano di mandare a monte un pezzo di Paese. Il presidente dell’ANCE, Federica Brancaccio, parla di “speculazione pazzesca. Stiamo chiedendo da tempo lo sblocco di Cdp e Poste e di tutte le partecipate pubbliche, per dare un segnale di fiducia e per rimettere in moto il mercato”. E denuncia come gli acquisti attualmente avvengano a percentuali bassissime, sfruttando la disperazione delle imprese: se prima il credito al 110% veniva acquistato in media al 102%, ora si arriva anche all’85%. “Chi compra specula. Serve un segnale, senza il quale si fanno saltare migliaia di imprese”. (Continua a leggere dopo la foto)

Continua Brancaccio: “Le banche affermano di aver esaurito la capacità fiscale, ma Poste, Cdp e le altre partecipate non hanno questo problema. Nonostante abbiano la capacità, non comprano. Si tratta di un problema grave. Dicano chiaramente se vogliono distruggere la misura”. ANCE chiede quindi nell’immediato un input del governo e la convocazione di un tavolo con l’Abi e le associazioni di categoria per trovare le soluzioni possibili. Un parere, questo, condiviso anche da OICE: “Siamo al fianco di Ance a tutela delle imprese e dei progettisti che non possono più tollerare continui rinvii”, ha commentato il presidente Giorgio Lupoi, ribadendo “l’importanza, non soltanto di una politica industriale seria, che dia certezza agli operatori, ma anche e soprattutto di comportamenti seri e dignitosi nei nostri confronti”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il rischio con un cambio così improvviso delle regole sul Superbonus – sottolinea anche Il Sole 24 Ore – è il caos nel presente: contenziosi, cantieri che si fermano, committenti che non hanno soldi per pagare gli interventi, migliaia di imprese in grave difficoltà. Ma anche per il futuro: “Se si cambiano le regole in corsa adesso, chi si fiderà più, investendo denaro in questi lavori?”, riprende il ragionamento Brancaccio. Prima del merito delle scelte dell’esecutivo Meloni, Ance contesta il metodo prescelto: ”Si è tanto parlato delle modifiche continue di queste norme con il precedente governo e ora ci troviamo con un intervento così improvviso, che peraltro non considera il vero tema, che è quello della cessione dei crediti incagliati”. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Il pericolo – prosegue la presidente dell’Ance – è che contratti firmati al 110% vengano annullati, passando al 90%, perché sono cambiate le condizioni economiche. Resta, poi, irrisolto il problema dei cassetti fiscali pieni di crediti che le imprese non riescono a liquidare. Un paradosso, perché se è impossibile monetizzare i crediti perde senso qualsiasi agevolazione, anche del 250%”, dice Brancaccio. Il Superbonus resta dunque un nodo centrale anche per il nuovo governo, ed è bene che si intervenga subito per risolvere la situazione.

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