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Conte vuol farsi un suo partito. Ecco quanto varrebbe nelle urne

Pubblicato il 24/06/2021 07:59

Giuseppe Conte sta cercando in queste ore di rasserenare gli animi, smentendo le voci di una possibile rottura con Beppe Grillo e di un clamoroso addio al Movimento Cinque Stelle. Le tensioni però, nonostante i sorrisi di circostanza, restano alte. L’ex premier ha incontrato in queste ore i senatori grillini per un confronto, con l’ipotesi di uno strappo che non è però ancora definitivamente tramontata. E che è supportata, ora, anche dai numeri. (Continua a leggere dopo la foto)

L’ipotesi che Conte possa prendere le distanze da Grillo e dar vita, piuttosto, a un proprio partito è stata analizzata da Renato Mannheimer, secondo il quale un’eventuale formazione dell’ex premier potrebbe contare su un consenso “tra il 5 e il 10%”. Numeri, quelli rivelati all’Adnkronos dal sondaggista e sociologo, che non sono però il frutto di una vera e propria rilevazione ma soltanto “di un azzardo, di un’opinione, senza alcun calcolo scientifico”. (Continua a leggere dopo la foto)

“La cosa non è semplice perché Giuseppe Conte gode di una grande popolarità che si è guadagnato mentre era presidente del Consiglio” ha spiegato Mannheimer. Che ha poi aggiunto: “Ha avuto vertici enormi di popolarità, tanto che a suo tempo, mentre era premier, un suo partito era stato stimato da qualcuno al 20%. Non essendo più presidente, la sua popolarità diminuisce ma resta ancora alta. Certo, le elezioni sono tra molto tempo, 2 anni, e conservare senza ruoli questo livello di popolarità per due anni è un’operazione difficile. Magari Conte ci riesce, ma è difficile”. (Continua a leggere dopo la foto)

“È molto complicato dire quale sarebbe il voto per un possibile partito di Conte nelle elezioni tra due anni, ma se devo fare un azzardo direi tra il 5 e il 10%. Ma questo è un azzardo, un’opinione, non calcolo scientifico. Bisogna vedere come si muove- ha concluso il sondaggista – Conte è piuttosto bravo a muoversi e a comunicare e potrebbe fare grandi cose. Ma ricordiamoci sempre l’esempio di Monti che sbagliò la comunicazione quando fece la sua lista e perse tutta la popolarità acquisita”.

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