Di Carola Aldiano
L’articolo di Panorama intitolato “Le verità mai emerse sui vaccini” ufficializza il beneficio del dubbio. Idu, l’associazione Istanza diritti umani, ha depositato alla Procura di Roma una denuncia-querela contro i massimi dirigenti di AIFA, ISS, CTS e il Ministero della Salute; volutamente non è stato incluso il Ministro della Salute Speranza solo per evitare che la querela finisse, come tutte le cause degli ultimi due anni mosse contro di lui, parcheggiata o con richiesta di archiviazione pendente. Nonostante le ripetute dichiarazioni degli ultimi 12 mesi sulla loro sicurezza ed efficacia, i vaccini anti-SARS-CoV2 non sono stati sottoposti ad un ciclo completo di sperimentazione, che infatti finirà l’8 Febbraio 2024. I legali di Idu hanno richiesto ad AIFA, al Ministero della Salute e all’EMA, i dati relativi a sicurezza ed efficacia, ovvero i “Rapporti intermedi di sicurezza” e un primo Psur (Rapporto periodico di aggiornamento sulla sicurezza).
Questi documenti, fondamentali per comprendere eventuali controindicazioni alla somministrazione, non sono mai stati resi disponibili adducendo la seguente motivazione: “nessuna possibilità di accesso agli atti perché non ravviserebbe un interesse pubblico prevalente rispetto a quello privato”, e ciò nonostante a oggi siano state somministrate 11 miliardi di dosi e a fronte di 4 milioni di sospette reazioni avverse e, seppur da dimostrarne la causalità, ben 40 mila decessi. Il 1° aprile 2022 è stata dichiarata la fine dello stato di emergenza, eppure si continua a vaccinare i bambini e le donne gravide, si discute della quarta dose per i pazienti fragili e, ancor più assurdamente, si mantiene l’obbligo per gli over 50 e per tutti i sanitari fino al 31 Dicembre 2022. A questo punto è lecito chiedersi se le somministrazioni siano state autorizzate in assenza dei dati sulla sicurezza. Se si parla già di quarta dose e si paventa la quinta, non è forse implicita la dimostrazione della scarsa efficacia? E se questi vaccini non evitano la diffusione del virus negli ambienti di lavoro, come possono la Federazione degli Ordini, gli Ordini dei Medici e gli Ordini delle Professioni Sanitarie mantenere per i propri iscritti l’obbligo vaccinale? Possono i rappresentanti di Ordini di professionisti giustificare la sospensione degli iscritti non vaccinati basandosi sulle indicazioni fornite al Ministero dall’Agenzia Italiana del Farmaco, entrambi sotto inchiesta per non aver fornito i dati sulla sicurezza di questi vaccini? A chi, dunque, la responsabilità per i danni economici e morali subiti da questi professionisti cui è impedito di lavorare?