Non tutti lo sanno ma la scelta dello shampoo è particolarmente delicata per chi ha a cuore il proprio cuoio capelluto. Succese, infatti, di selezionare un po’ a casaccio un prodotto dallo scaffale, farne uso e poi ritrovarsi a fare i conti con spiacevoli sorprese come forfora o capelli più grassi di prima. Il motivo? Delle sostanze di sintesi, contenute in moltissimi detergenti e impiegate, nonostante i possibili effetti collaterali, come schiumogeni, regolatori del ph e per emulsionare gli ingredienti presenti all’interno di un cosmetico. I rischi, in caso di utilizzo, sono dei più disparati e spaziano dall’irritazione alla sensibilizzazione cutanea, passando per la disidratazione. Ma quali sono, allora, gli shampoo da evitare a tutti i costi? A rispondere a questa domanda è stata Lucia Cuffaro, attraverso le pagine del Fatto Quotidiano. (Continua a leggere dopo la foto)
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A mettere in guardia i consumatori sui rischi derivanti dall’utilizzo di uno shampoo non di qualità è stata, in questi giorni, la Campagna for Safe Cosmetics, attiva in tutto il mondo. Per l’occasione è stato suggerito di evitare prodotti che contengano le seguenti sigle: MEA, TEA e DEA, ovvero le famigerate sostanze di sintesi di cui vi avevano parlato prima. Non solo. Una volta presa in mano la confezione, ecco quali altri elementi ricercare. (Continua a leggere dopo la foto)
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Bisogna fare attenzione che il nostro shampoo non contenga Trietanolammina, Dietanolammina, DEA, TEA, Cocamide DEA, Cocamide MEA, DEA-cetil fosfato, DEA oleth-3 fosfato, Lauramide DEA, Linoleamide MEA, Myristamide DEA, Oleamide DEA, Stearamide MEA e TEA-lauril solfato. Diciture difficili da capire ma che riportano sempre alle tre sigle precedenti utilizzate per indicare sostanze di sintesi che potrebbero avere effetti indesiderati sulla nostra testa (Continua a leggere dopo la foto)

Tra le alternative ecologiche, promossi invece gli shampoo con ingredienti naturali e formulati con tensioattivi non inquinanti, che rispettano l’equilibrio del cuoio capelluto come indicato dalle certificazioni ecobio. In particolare, i prodotti green sono stati premiati dalle campagne di informazione anche perché, visto il crescente interesse per il settore, i prezzi si sono fatti via via più abbordabili rispetto a qualche anno fa.
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