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“Batteri a domicilio col delivery food”. La denuncia del Gambero Rosso: “Attenti a questi dettagli”

Pubblicato il 30/06/2023 11:31

Cibo che arriva nelle nostre case attraverso un semplice ordine via telefonino. Del quale, però, in realtà sappiamo poco e niente. Il Gambero Rosso ha cercato di fare chiarezza sui rischi nascosti dietro la formula, apparentemente semplice e accattivante, del delivery. Intervistando Laura Panzironi, responsabile del Laboratorio SiLa specializzato in analisi microbiologiche alimentari, che ha esaminato una delle sacche (quella apparentemente meno sporca) adibite al trasporto alimentare di Glovo, una delle principali aziende che si occupano di questo tipo di servizi. Il risultato? Molto, molto preoccupante. (Continua a leggere dopo la foto)
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delivery food batteri

Dal test è emerso come sul fondo e sulle pareti laterali del box siano state trovate più di 200 colonie di batteri. Alla vista poteva sembrare pulito, e invece il quantitativo di organismi presenti era sostanzialmente il triplo di quello che si può trovare su un pavimento sporco. Secondo il Gambero Rosso, l’espansione del settore del delivery food ha portato allo sviluppo di regole sempre più strette nell’agroalimentare, a partire dal campo o dall’allevamento e fino alla vendita al consumatore. Le insidie, però, sono dietro l’angolo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le normative prevedono regole di prodotto o produzione e regole preventive riguardo al modo di fare impresa e la sua organizzazione. Il controllo del rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza alimentare è affidato alle Asl (ai Servizi veterinari e di igiene degli alimenti), ai Nas (il nucleo anti-sofisticazione del comando dei carabinieri) e all’Icqrf (l’Ispettorato centrale repressione frodi). Questo almeno sulla carta, perché la realtà è ben diversa: “Nessuno si occupa sistematicamente del controllo igienico sanitario degli alimenti nella fase del loro trasporto”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Tra i punti puù delicati c’è la questione della conservazione degli alimenti e del loro trasporto: dovrebbero essere consegnati su veicoli muniti di contenitori con attestazione ATP (Accord Transport Perissable) che esistono in commercio, anche se per le loro dimensioni possono essere trasportati da moto o autocarri, ma non da scooter o biciclette. Le aziende sottolineano come i loro mezzi siano “green”. Ma in questo modo, di fatto, non si seguono i protocolli di sicurezza.

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