Non si placano ancora le polemiche attorno a Vittorio Sgarbi, finito nella bufera dopo che alcune sue espressioni utilizzate al Maxxi di Roma il 21 giugno, serata alla quale aveva partecipato anche il cantante Morgan, erano diventate virali in rete. Proprio il critico d’arte è tornato in queste ore sulla vicenda, sottolineando di aver parlato “senza farne oggetto di commiserazione, del mio tumore in modo ludico. Rivendico il diritto a scherzare su me stesso senza offendere nessuno. Vedo invece alcuni che si offendono e invocano, contro di me, l’intervento ora del ministro, ora del presidente del Consiglio. Ma la politica non ha niente a che fare con lo spettacolo al Maxxi: era una serata teatrale, nella quale io mi sono ‘confessato’ di fronte a Morgan, con il divertimento e l’ilarità di tutti, con applausi prolungati, selfie, autografi, anche dopo lo spettacolo, senza che alcuno obiettasse qualcosa. Dunque senza polemiche”. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Che Calenda, Bonelli ed altri soggetti, dopo 10 giorni, strumentalizzino e alimentino una sorprendente caciara sulle parole irridenti di un malato di cancro – ha aggiunto Sgarbi – è la misura della loro miseria umana oltre che della loro inesistenza politica. Mi riferisco soprattutto a Bonelli, compiaciuto, con il sostegno agli impianti eolici, della sistematica distruzione del paesaggio, condotta con la complicità dei Verdi in perfetta sintonia con gli obiettivi di Matteo Messina Denaro. Sarò io a citarlo in giudizio, perché spieghi questa convergenza d’interessi”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Il paesaggio è un bene costituzionale e la sua distruzione è davanti agli occhi di tutti: in Puglia, in Basilicata e in Sicilia dove la mafia ha manifestato i suoi interessi. Si parli di questo, non di una serata teatrale!”. Sulle critiche ricevute dal ministro della Cultura Sangiuliano, Sgarbi ha precisato: “Lui è un cultore dell’estetica futuristica, sulla quale sta appunto progettando una mostra. Futurismo vuol dire dadaismo, significa la rivoluzione dentro i musei innescata da Marcel Duchamp. Una provocazione evidente che, anni dopo, culmina nella Merda d’artista di Manzoni…”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Se mi venissero chieste le dimissioni per una cosa del genere, il ministero della Cultura dovrebbe chiudere le porte per sempre – ha concluso Sgarbi – Sarebbe censura, vero fascismo“.