Alle volte non si capisce se in televisione compaia il vero Vittorio Feltri o il clone Maurizio Crozza, tale è la poderosa verve esibita da uno dei decani del giornalismo italiano. Oggi, ad esempio, ha mandato a quel paese Giovanna Vitale, firma de la Repubblica, ma senza sottrarsi al confronto. “Montecitorio diventa Meloni contro tutti” era l’argomento che trattava L’Aria che tira, condotto su La7 da David Parenzo. Sostiene Vittorio Feltri “La Meloni sta dominando la scena politica italiana” e non c’è, dunque, da stupirsi se la premier “vuole rafforzare questa sua leadership per ridurre le pretese di Forza Italia e della Lega”. Fino a qui tutto normale, un dibattito prevedibile, ma i fuochi d’artificio arriveranno in seguito. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Cosa è successo
“D’Alema mi aveva proposto di dirigere L’Unità. Sicuramente scherzava, comunque me l’ha detto”. A questo aneddoto, Vitale e il giornalista Luigi Crespi, altro ospite in collegamento, hanno sghignazzato e Feltri, qualche minuto dopo, è tornato con un nuovo aneddoto, più plausibile, sulla sua pluridecennale carriera nella carta stampata: “Segnalo che Ezio Mauro, storico direttore di Repubblica, mi offrì alla fine degli anni Novanta di scrivere per il giornale”. “Perché siamo un giornale pluralista“, interrompe la giornalista di Repubblica, mandando su tutte le furie Feltri. “Ma vaffa***o! Che me ne frega che sei pluralista, lasciami parlare. Non si possono dire due parole che si viene interrotti“. QUI si può vedere l’intero scontro tra i due giornalisti.
Precedentemente, durante il dibattito su media, informazione e pluralismo, Feltri e Vitale avevano già aspramente polemizzato intorno alla “lite” Meloni-Elkann-Repubblica. Giovanna Vitale ribadiva la totale indipendenza del giornale dal suo editore. “Io ho diretto nove giornali – ha, però, ribattuto Feltri, come ricostruisce Il Tempo – Quando un direttore tratta il suo contratto esistono naturalmente dei paletti che si concordano con l’editore“. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il ricordo di Ronchey
A proposito del presunto pluralismo a la Repubblica, “l’unico” che veramente ha rappresentato una voce altra nel quotidiano/partito fondato da Scalfari è stato Alberto Ronchey, ricorda Vittorio Feltri: “faccio il giornalista da ottant’anni e le cose me le ricordo”. Ronchey giornalista, saggista ed ex ministro, curò, dal 1981, per la Repubblica una rubrica intitolata, non a caso, Diverso parere. Di lui, una volta, anche Indro Montanelli disse: “Gli dobbiamo alcuni dei migliori saggi apparsi negli ultimi trenta o quarant’anni nella carta stampata”.
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