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“Uccisi dai ventilatori”, almeno 561 vittime. Adesso sono guai per la Big Pharma. Cos’hanno deciso i giudici

Pubblicato il 06/02/2024 21:32 - Aggiornato il 07/02/2024 12:54

Scandalo dei respiratori, il Tribunale di Milano condanna la Philips – Tra le variegate attività in cui sono impiegati i capitali di Exor, la holding della famiglia Agnelli saldamente nelle mani di John Elkann, che vanno dalle assicurazioni al calcio all’editoria (oltre che all’automobile), i guai – al netto delle scintille con il governo per la questione incentivi – vengono da quello che sembrava il settore più “sicuro”. Lo scorso anno, sborsando 2,6 miliardi di euro, Exor ha acquisito un consistente pacchetto azionario della Philips, il 15%, con la possibilità di portare la partecipazione fino a un limite massimo del 20%. Anche la multinazionale di Eindhoven, infatti, non produce solo televisori, anzi è all’avanguardia nel mondo per un ramo ben preciso delle proprie diversificate attività: quello delle tecnologie medicali. (Continua a leggere dopo la foto)
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respiratori tribunale milano condanna philips

La multinazionale del settore salute e tecnologia è nell’occhio del ciclone negli Stati Uniti e, come vedremo in seguito, anche in Italia qualcosa si sta muovendo. Procediamo con ordine. Philips si è trovata costretta a sospendere la vendita dei nuovi ventilatori per il trattamento dell’apnea notturna “Respironics” negli Stati Uniti, dopo avere raggiunto un accordo con la Food and Drug Administration (Fda), che ha stimato almeno 561 vittime: l’accordo ha fatto seguito al ritiro di milioni di dispositivi nel 2021, che si erano rivelati potenzialmente tossici e al pagamento di una multa da 400 milioni di dollari. Ma non è tutto finito, giacché solo negli stessi Stati Uniti sono ben 116mila le denunce raccolte per il cattivo funzionamento dei respiratori. (Continua a leggere dopo la foto)
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La sentenza di Milano

Ma ora, anche in Italia, sorgono gravi problemi: La Corte d’Appello di Milano ha dato ragione ai pazienti che avevano denunciato la nocività dei respiratori Philips, a seguito di una puntata della trasmissione Report del giugno 2022, intitolata “La polvere nel ventilatore”. I respiratori, utilizzati anche durante il Covid-19, contengono, infatti, come si è scoperto, una schiuma fonoassorbente che si degrada e può finire nelle vie aeree. Il materiale oltre al particolato irritante emette anche composti organici volatili. Ne è seguita una class action promossa da Adusbef e dall’Associazione apnoici italiani, per conto di più di 100mila pazienti. La Corte milanese, il primo febbraio, ha emesso la sentenza per cui Philips deve pagare una penale di 20mila euro per ogni giorno di ritardo nel ritiro e nella sostituzione dei suoi prodotti a partire dal 30 giugno 2023. Proprio le traversie che il colosso olandese stava attraversando avevano rappresentato il momento perfetto per investire, quantomeno questo doveva essere il piano iniziale di John Elkann.

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