Nel caos generale degli ultimi governi e della gestione contorta delle ultime emergenze che si sono presentate, dal Covid fino alla guerra in Ucraina, c’è una spiacevole costante con la quale gli italiani si sono ormai da tempo abituati a fare i conti: il ministro degli Interni Luciana Lamorgese. Implacabile nel ricorrere al dispiegamento delle forze dell’ordine ogni volta che gli italiani hanno provato ad alzare la voce contro una politica che continua a imporre loro obblighi e restrizioni e particolarmente distratta, di contro, quando c’è stato da affrontare problematiche pure serissime come l’aumento di sbarchi sulle nostre coste. Un trend che non si è invertito nemmeno in questi giorni.
Soltanto nelle ultime ore a Lampedusa sono infatti arrivate ben tre imbarcazioni diverse, che trasportavano un totale di 114 clandestini finiti all’hotspot di contrada Imbriacola, che ora ospita complessivamente 996 persone a fronte di una disponibilità, teoricamente, di 350 posti. Una situazione di totale emergenza e che prosegue da giorni, con sbarchi continui, senza che da parte delle istituzioni arrivino segnali di alcun tipo. Anche quando l’arrivo di nuovi clandestini è ampiamente preventivato dalle Organizzazioni non governative.
Le Ong negli ultimi mesi sono infatti tornare a operare a pieno regime nel Mediterraneo, come dimostrato da un post pubblicato su Facebook dalla Sea Watch 3, nel quale si legge: “Abbiamo individuato e soccorso 49 persone. Sono stremate. Alcune hanno bisogno di assistenza anche urgente. A bordo il nostro equipaggiamento si sta prendendo cura complessivamente di 356 persone”. Giusto aiutare chi, in mezzo al mare, rischia di perdere la vita durante un viaggio della speranza. Ma viene da chiedersi: come mai il Viminale non si organizza per tempo nel tentativo di trovare una soluzione per la distribuzione di queste persone tra i vari Paesi Ue che dovrebbero accoglierle? Come mai tocca sempre e solo all’Italia fare la propria parte e aprire le frontiere?
In questi giorni Lamorgese ha mandato nuovi messaggi agli Stati del Vecchio Continente, sottolineando l’importanza della “solidarietà fondata su un adeguato meccanismo di redistribuzione” dei migranti”. Eppure nonostante la nave Sea Watch 3 batta bandiera olandese, nessuno dalle parti di Amsterdam si è mosso per accogliere i passeggeri a bordo. Ancora una volta toccherà a noi e solo a noi farci carico delle difficoltà, mentre il resto d’Europa se la ride e resta a guardare. Una gestione, cara Lamorgese, davvero impeccabile, se lo lasci dire.
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