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“Epurazione”. Saviano contro la destra al Salone del Libro: l’attacco di cui tutti parlano

Pubblicato il 22/05/2023 08:44

Una destra che vuole “scalpi simbolici”. E che punta a lui come fatto già con Fabio Fazio. Roberto Saviano non ha usato parole tenere nei confronti del governo, durante l’ultima edizione del Salone del Libro di Torino che lo ha visto ospite di Massimo Giannini. Accusando gli esponenti dell’esecutivo di aver messo in atto “una strategia sopraffina” nei confronti del conduttore di Che tempo che fa: “Hanno atteso per rinnovargli il contratto, lo hanno logorato, gli hanno fatto capire che non era gradito e alla fine lui se n’è andato. Anche se non ha fatto polemica, è stata un’epurazione”. Saviano ha poi spiegato come, a suo dire, il governo guidato da Giorgia Meloni sarebbe peggiore di quelli con Berlusconi premier. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Oggi l’opposizione ora è più debole – ha sottolineato lo scrittore – Berlusconi attaccava un Santoro fortissimo, una Rai 3 ancora di sinistra e giornali più ricchi di oggi. Purtroppo anche la lottizzazione è peggiorata: una volta era verticale mentre oggi è orizzontale, cioè con un direttore dell’informazione controlli tutti i programmi bypassando le singole reti”. (Continua a leggere dopo la foto)

saviano italia ungheria orbán

Saviano si è detto spaventato: “La situazione attuale mi fa più paura e la mia resistenza passa soprattutto da Instagram, dove spesso mi unisco ad altri, come Michela Murgia, per contrastare certa propaganda sull’invasione dei migranti o sulla famiglia tradizionale”. Poi l’affondo finale, con l’Italia dipinta come un Paese non più democratico. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ti cancellano la trasmissione, ti portano a processo, fanno capire agli imprenditori che se comprano inserzioni su quel giornale o quel festival il ministro non è contento – ha concluso Saviano – Il Paese si sta trasformando lentamente nell’Ungheria di Orbán. So che ancora non ce ne si accorge, ma intuisco di essere nel mirino e costituire uno scalpo da portare ai loro elettori”.

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