Una cerimonia che ha commosso l’Italia, con tantissime persone (oltre 8mila) presenti sul posto e altre migliaia collegate a distanza, attraverso i principali siti di informazione. I funerali di Giulia Cecchetin, la giovane studentessa veneziana uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, sono stati seguiti con grande partecipazione e commentati in diretta nei salotti di tanti talk show. Anche se, come purtroppo troppo spesso accade, non sono mancate le polemiche. Su tutte quella esplosa durante l’ultima puntata del programma DiMartedì condotto da Giovanni Floris, che ha visto tra gli ospiti presenti in studio anche il giornalista Michele Santoro. Il suo intervento è subito diventato virale in rete, scatenando reazioni forti da parte degli utenti. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Tanti di noi andranno a dormire con questo interrogativo lanciato da un padre in una Chiesa: ‘Come è potuto accadere?’ e ‘Cosa possiamo fare?’. Io mi chiedo: com’è possibile che noi tutti sentiamo questa responsabilità di dover cambiare per la storia di Giulia, invece stiamo assistendo a un massacro di donne e bambini, 138 persone che rischiano di restare nelle mani dei loro rapitori, senza sentire la stessa responsabilità” ha detto Santoro. (Continua a leggere dopo la foto)
Il riferimento di Santoro era, ovviamente, alla tragica situazione in Medio Oriente, con il conflitto tra Israele e Hamas a Gaza. Un accostamento, quello tra Giulia e Palestina, che però non è piaciuto a molti utenti. “Perché non ci sentiamo responsabili di dover fare qualcosa per far liberare gli ostaggi e far finire il massacro di quei bambini? Ci sono migliaia di bambini che si aggirano senza i loro genitori, non sanno dove andare. E’ un qualcosa di incredibile, è uno spartiacque della storia e noi ci sentiamo impotenti, avvertiamo l’impotenza del governo e del nostro Paese, non c’è neanche un confronto forte tra governo e opposizione” ha aggiunto Santoro. (Continua a leggere dopo la foto)
“Forse perché avvertiamo la complessità di quella situazione” ha provato a rispondergli Floris. “E non siamo più abituati a gestire la complessità, quando una cosa è complessa la mettiamo da parte. Questa volta invece il caso di Giulia ci sembra così semplice, mentre la Palestina ci sembra così complessa”. “Ma non è così complesso dire ‘innanzitutto fermiamo le armi’, eh, questo non è così complesso” la chiude Santoro.
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