Sta sollevando polemiche l’ultima iniziativa della Regione Veneto. Si chiama Family Doc, e i sindacati e il presidente FromCeo Francesco Noce lo definiscono un dramma per la sanità pubblica. Che “sta perdendo i pezzi”. Perché il Family Doc altro non sarebbe che un medico di famiglia a pagamento. Se non vuoi aspettare per ottenere i servizi che ti spetterebbero, allora paghi. Sul portale della Regione si legge che si tratterebbe di “un servizio di medicina interna in regime privato, con un tocco di simpatia e calore familiare. Con noi, sentirsi a proprio agio è la norma, al costo di 50 euro”. Durissima la reazione dei sindacati, che hanno risposto con un comunicato redatto da Manuela De Paolis, Segretaria Confederale della Cgil di Padova, insieme alle sue colleghe di Cisl e Uil. Le tre organizzazioni sono molto critiche sulla proposta. (continua dopo la foto)
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“Non si capisce perché i cittadini, che già pagano le tasse per la sanità pubblica, dovrebbero preferire questo servizio a quello del medico di medicina generale convenzionato”, scrivono i sindacati. “Questa nuova e perisolosa tendenza a offrire servizi simili, ma non alternativi alla medicina generale convenzionata, inserisce il diritto alla salute in una logica di mercato”. Le persone fragili, viene giustamente rilevato, non devono diventare strumenti per il profitto d’impresa. Ma tutto questo è conseguente ai tagli alla Sanità pubblica e all’abbandono della medicina di territorio. “Non so se questo sia un disegno preordinato per una privatizzazione della medicina”, ha concluso Noce. “Ma sarebbe un disegno folle e drammatico per il nostro Paese. Spero di sbagliarmi ma la situazione attuale non mi fa pensare ad altro”.
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