Dopo il relax e la gita in barca di Matteo Salvini a Lampedusa, ecco che il leader della Lega torna a farsi vedere di nuovo sotto stress per gli sbarchi (al momento ci sono circa 600 migranti nell’hotspot, dopo il trasferimento di circa 700 persone sulla terraferma poche ore prima dell’arrivo di Salvini, una mossa ad hoc del ministro Lamorgese secondo la Lega). «Proporrò al futuro governo un commissario straordinario per gestire i flussi dei migranti. Penso ad un nome come quello di Figliuolo, oppure come Bertolaso» dice Salvini incontrando i cronisti a Lampedusa.
Il totoministri della Lega
Rispondendo ai giornalisti sul posto, Salvini si smarca dalle accuse che lo vedrebbero a Lampedusa più per una vacanza e per un show elettorale, piuttosto che per toccare con mano i veri problemi dell’isola. Tra una domanda e l’altra, infatti, il leader della Lega si lascia andare ad un toto ministri, specificando che al Viminale vedrebbe bene un leghista, magari se stesso, ma al leader leghista non dispiacerebbe uno dei ministri del governo Draghi. «Roberto Cingolani (il ministro della Transizione ecologica secondo cui il mondo è progettato per 3 mld di persone, ndr) ha tutta la mia stima: non è della Lega, ma se fosse a disposizione sarei felice». Poi ha in mente un ex ambasciatore come ministro degli Esteri, «ma non voglio rovinare il ferragosto a qualcuno che verrebbe tempestato di telefonate. Lo proporrò a Giorgia e Silvio».
Salvini e il centrodestra rivogliono i commissari
Ma le dichiarazioni più scottanti Salvini li rilascia poco più tardi, quando si lascia scappare di star maturando con i suoi alleati «L’idea un commissario straordinario che arrivi dall’Esercito a gestire i flussi, dei controlli per non gravare solo sulle questure e le prefetture», dice il numero uno della Lega. «La soluzione non è quella di riempire l’Italia di centri per immigrati. Non capisco l’apertura di un centro di accoglienza a Pantelleria, significa dire ‘Avanti c’è posto per tutti’». Quando i cronisti gli chiedono chi potrebbe essere, dice: «Penso ad un nome come quello di Francesco Paolo Figliuolo, oppure come Guido Bertolaso». Insomma, sembra proprio che Salvini ed il centrodestra siano bel lontani dal voler cancellare quell’assurdo impianto dei “commissari pro tempore” tanto graditi ai governi Conte e Draghi. I nomi, peraltro, sono sempre gli stessi. L’esempio più concreto del “si esce dalla porta e si rientra dalla finestra”.
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