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“Il M5S come Wanna Marchi”. Sallusti inchioda Grillo e Conte: un affondo durissimo

Pubblicato il 21/01/2023 09:47

Un durissimo attacco, quello lanciato da Alessandro Sallusti attraverso le pagine di Libero Quotidiano e rivolto contro il Movimento Cinque Stelle. Accusato di “introdurre i diritti dei più furbi”, con riferimento alla volontà di Giuseppe Conte di rinnovare il contratto di Beppe Grillo, fondatore del partito. Un tesoretto non da poco, 300 mila euro l’anno percepiti dal comico genovese in qualità di consulente mediatico, che hanno spinto Sallusti a mettere nero su bianco un’amara riflessione: “Basta prendere per i fondelli milioni di disgraziati che pensano davvero che quel movimento sia il paladino dei poveri e degli ultimi perché altrimenti si finisce per diventare come Wanna Marchi, degli imbonitori impenitenti”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sallusti: “Il M5S come Wanna Marchi”

Sallusti ha precisato di non avere nulla da ridire sul fatto che Grillo guadagni 300 mila euro “per non fare nulla, ma proprio nulla”. Attaccando poi: “Qui però siamo alla circonvenzione di elettore incapace di intendere e volere”. I soldi, a detta del giornalista, arrivano infatti dal contributo versato da senatori e deputati M5S e dovrebbero essere destinati a interventi socialmente utili e al sostegno delle piccole aziende. (Continua a leggere dopo la foto)

Sallusti ha ricordato anche come non tutti (“a partire da Giuseppe Conte”) siano così solleciti nell’effettuare il versamento. Ma in ogni caso quei soldi andrebbero impiegati per scopi benefici o politici, non “destinati a ingrossare il portafoglio di uno che è già milionario di suo. Legittimo, ovviamente, un po’ come legittime sono state le vacanze di Natale a Cortina di Giuseppe Conte in un hotel Cinque Stelle. Ma far credere a milioni di italiani che loro sono dei novelli San Francesco anche no, sono come tutti gli umani: affamati di soldi“. (Continua a leggere dopo la foto)

Sallusti M5S Wanna Marchi

Infine, un commento caustico. Secondo Sallusti i Cinque Stelle starebbero estendendo il reddito di cittadinanza anche a chi “sguazza negli euro, a patto ovviamente che sia uno di loro”. I limiti di retribuzione, in questi casi, sembrano sparire. “Perché per dirla alla marchese del Grillo, nomen omen, cari poveracci io sono io e voi non siete un ca…”.

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