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“Ecco le prove”. Nord Stream, lo scoop del Washington Post sulla Cia: “Chi è stato e come hanno fatto”

Pubblicato il 07/06/2023 13:21
sabotaggio Nord Stream Ucraina

Guarda un po’, ora si scopre che la Cia aveva i piani del l’Ucraina per il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e Nord Stream 2 tre mesi prima che l’operazione venisse davvero messa in atto. E così, mentre nelle prime ore tutti – con la nostra sinistra in testa – si sporgevano da ogni foglio per dare la colpa alla Russia, ora si scopre che le cose stavano diversamente. Molto diversamente. La rivelazione clamorosa la fornisce il Washington Post che ha riferito di un rapporto dell’intelligence europea. Come riporta LaStampa, citando il quotidiano americano, il rapporto venne discusso sulla piattaforma di chat Discord e forse riconducibile a Jack Teixeira, il militare dell’Air National Guard arrestato in aprile per aver divulgato documenti classificati. Il documento, arrivato sul tavolo della Cia, era stato poi condiviso con le intelligence di altri Paesi europei fra cui la Germania. E cosa c’era dentro? (Continua a leggere dopo la foto)
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Il Washington Post è venuto in possesso di una copia dell’informativa. Si basa sulla rivelazione di un ucraino. “L’azione di sabotaggio era scattata alla fine di settembre, tre mesi dopo quindi la scoperta del progetto. Rispetto ai piani originari erano state apportate delle modifiche, forse perché gli autori e il regista dell’operazione avevano avuto la soffiata che il piano era trapelato”. Il 26 settembre – e non quindi fra il 5 e il 17 giugno come previsto in origine – erano stati colpiti sia il Nord Stream I che il gemello. I sabotatori, che si sono immersi con bombole di elio, più stabile per agire a profondità di 83-90 metti, hanno noleggiato un barchino e sono salpati dalla Polonia. La responsabilità, dunque, sarebbe tutta in capo all’Ucraina. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sabotaggio Nord Stream, le prove della Cia contro l’Ucraina

Stando a quanto riporta il quotidiano americano, il sabotaggio del Nord Stream è stato condotto da 6 uomini delle forze speciali dell’Ucraina sotto il comando del generale Valerli Zaluzhny, l’ufficiale più alto in grado e nominato proprio per fare da scudo al governo. Le rivelazioni del Washington Post non sono state commentate né dagli ucraini, né dalla Cia e nemmeno dalla Casa Bianca. Se ricordate, all’inizio gli Usa e gli alleati europei accusarono subito la Russia, poi furono costretti a dire di non aver prove per supportare quell’accusa. I nuovi elementi cambiano ora tutto. Chi chiederà scusa?

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