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Obbligo vaccinale, rivolta di medici e infermieri. Ordini nel caos totale. Cosa sta succedendo

Pubblicato il 07/05/2022 11:50

Quando la ragione arriva è sempre troppo tardi, diceva qualcuno. E con lei, con la ragione, spesso arriva a braccetto anche la verità. Dopo mesi di campagne mediatiche governative con il benestare di politica, stampa, tv e Sistema, iniziano finalmente a venire i nodi al pettine. E soprattutto in ambito sanitario anche i professionisti stanno iniziando a scoprire che le cose non stavano e non stanno esattamente come le hanno raccontate. In varie parti d’Italia, infatti, i sanitari sono in subbuglio, e all’interno degli ordini professionali si stanno consumando scontri feroci e rese dei conti. Come racconta La Verità, scontri ci sono stati dell’Ordine dei medici di Udine e di Torino, dove “in entrambi i casi, il bilancio è stato respinto con voto a maggioranza dall’assemblea degli iscritti. A Roma e Venezia, dopo notevole bagarre, si è evitato il blocco per il rotto della cuffia. A Rimini ci sono state discussioni roventi durante l’assemblea dei soci”. (Continua a leggere dopo la foto)

Questi eventi hanno avuto una risonanza mediatica non certo straordinaria, eppure la situazione è talmente grave da aver suscitato molte preoccupazioni all’interno degli ordini sanitari. “La protesta e lo stop ai bilanci nascono proprio dalla contestazione interna sull’obbligo vaccinale per i sanitari, che è stato prolungato fino al 31 dicembre di quest’anno, e causa evidenti danni non soltanto ai singoli professionisti ma a tutte le strutture sanitarie che si privano di personale di cui avrebbero estremamente bisogno”. C’è un cambio di paradigma quindi: “Anche i più decisi sostenitori della linea governativa sui vaccini si rendono conto che la tensione interna agli ordini è altissima”. A tale proposito è estremamente interessante ciò che ha messo su carta Pietro Dettolo, presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri della Provincia di Firenze. (Continua a leggere dopo la foto)

La lettera che ha inviato ai presidenti degli ordini nazionali è un documento di estremo buon senso e di notevole peso e tocca da vicino tutti i sanitari. “Il problema nasce dal fatto che gli Ordini sono stati investiti (a mio avviso improvvidamente) del compito di esecutori di sanzioni sospensive che hanno innescato la percezione nei nostri iscritti che l’Ordine sia diventato un organo ottusamente burocratico”, scrive Dettolo. “Non più il luogo di discussione e di confronto fra colleghi, com’è sempre stato, ma Ente comminatore di sanzioni ‘inaudita altera pars’. Affermo questo perché, come probabilmente accade a molti presidenti, mi capita quotidianamente di parlare con molti colleghi, nient’affatto contrari ai vaccini, ma sempre più infastiditi del fatto che la categoria sia sottoposta a un obbligo imperativo, a differenza di tutti gli altri cittadini e non capiscono il razionale delle tempistiche e degli obblighi vaccinali, come declinati anche recentemente dal ministero, per i quali anche noi presidenti abbiamo difficoltà ad orientarci e a comprenderne le motivazioni scientifiche“. (Continua a leggere dopo la foto)

“Il tutto – scrive ancora Dettolo – sotto la minaccia della sospensione dall’esercizio professionale, che per un medico significa negazione del diritto al lavoro che, non dimentichiamolo, è
un diritto costituzionalmente garantito”. Dettolo non arriva a parlare di ricatto, ma usa il termine “minaccia”: “Il compito dell’Ordine è esercitare la propria funzione disciplinare, come sempre è stato fatto, nei confronti di chi sostiene tesi anti-scientifiche e anti-vacciniste e su questo non si discute. Ma ritengo esorbitante e oramai sproporzionato che si continui con questa prassi dell’obbligo tout-court sotto minaccia di sanzione sospensiva di qui alla fine dell’anno, perché temo continuerà ad esacerbare la conflittualità e a mettere in difficoltà gli Ordini, sia sotto il profilo delle spese legali, sia dell’immagine dell’ente”. (Continua a leggere dopo la foto)

La conclusione del medico è senz’altro condivisibile: “Una volta cessato lo stato di emergenza nazionale, non si può continuare con provvedimenti coercitivi tipici del contesto emergenziale. Ma sono convinto che bisogna anche superare la fase degli obblighi imperativi e delle sanzioni autoritarie, che è cessata per tutti i cittadini e che deve cessare anche per i medici”. Già: superare obblighi e imperativi. E’ infatti di pochi giorni fa la pronuncia del Tribunale di Padova, la quale, in maniera molto chiara e netta, pone “il dubbio sulla ragionevolezza dell’imposizione dell’obbligo vaccinale in questione in quanto la garanzia che la persona vaccinata non sia infetta, è pari a zero”.

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