x

x

Vai al contenuto

“Rischio ictus dopo l’iniezione”. La clamorosa inchiesta negli Usa che cambia tutto

Pubblicato il 16/01/2023 08:20 - Aggiornato il 18/01/2023 09:42

Aumentano sempre più gli studi, gli accertamenti e le inchieste sui possibili danni causati dai vaccini a mRna anti-Covid. E aumentano al pari del verificarsi di morti improvvise sempre più frequenti, arresti cardiaci improvvisi soprattutto nei giovani, tumori e ora anche di ictus. Ed è proprio sugli ictus che ora si vogliono concentrare i Centers for disease control and prevention americani, i quali, venerdì 13 gennaio, hanno diffuso un comunicato dirompente. Si legge: “I Cdc, insieme alla Food and drug administration (sarebbe l’equivalente dell’Aifa statunitense), hanno identificato un “segnale di sicurezza sui rischi di ictus ischemico, forse legati alla somministrazione dei bivalenti anti Omicron di Pfizer agli over 65. Per costoro, la probabilità di incorrere in questa grave patologia aumenterebbe nei 21 giorni successivi alla dose con il preparato aggiornato”. (Continua a leggere dopo la foto)

Un comunicato felpato ma estremamente diretto, in cui per la prima volta si afferma una cosa così importante, nero su bianco. “Il Vaccine safety datalink (Vsd) dei Cdc – si legge nella nota diramata -, un sistema di sorveglianza che agisce quasi in tempo reale, ha soddisfatto i criteri statistici per suggerire un’ulteriore indagine sulla possibilità che ci sia una problema di sicurezza relativo all’ictus ischemico, in persone al di sopra dei 65 anni che hanno ricevuto il vaccino bivalente anti Covid-19 di Pfizer-Biontech”. A confermare che la pista potrebbe essere giusta c’è il fatto che tra i fattori che portano a tale complicanza, ci sono – ancora una volta – i coaguli di sangue che ostruiscono le arterie. Questo tipo di avvenimenti sono infatti stati riscontrati in altre morti sospette in seguito al vaccino. La loro formazione è stata infatti già associata anche all’impiego dei vaccini a mRna. Un ampio studio, condotto dai produttori dei vaccini (guarda caso…), che attingeva ai database dei piani assistenziali Medicare e Medicaid, non aveva identificato però un maggior rischio di ictus. (Continua a leggere dopo la foto)

Ecco perché, almeno per il momento, i Cdc hanno deciso di lasciare inalterate le raccomandazioni sull’utilizzo dei vaccini, senza andare a modificare e aggiornare ulteriormente i fogli informativi del medicinale. Questo perché, come spiegano gli stessi esperti, se merge un “segnale di sicurezza”, non vuol dire per forza che a provocare quella patologia che ha fatto scattare l’alert, sia stato il vaccino. Spiega Alessandro Rico su La Verità commentando la notizia: “In questo caso, le autorità di vigilanza americane si stanno comportando come da manuale: comunicano al pubblico, con trasparenza, che si è accesa una spia rossa; specificano che, «spesso, questi sistemi di sicurezza trovano segnali che possono essere dovuti a fattori diversi dal vaccino stesso»; ma si impegnano, almeno ufficialmente, a promuovere approfondimenti e verifiche”. Quello che ci si aspetta venga fatto anche in Italia. E invece nemmeno questo…

Ti potrebbe interessare anche: Paragone asfalta la Francia in diretta a La7: “Tutta colpa loro, se li devono tenere” (il VIDEO)