Mentre in Italia si marcia spediti verso l’obbligo vaccinale, in Israele, Paese che è stato tra i primi a procedere a una somministrazione di massa dei farmaci anti-Covid alla popolazione, si è già passati alla terza dose. Con risultati che hanno lasciato piuttosto a desiderare, visto il nuovo picco nei contagi registrato tra la popolazione, con molti pazienti risultati positivi al virus nonostante la protezione ricevute. Nonostante questo, ecco arrivare l’annuncio di una quarta inoculazione addirittura già pronta.
“Dato che Sars-CoV-2 è qui con noi e continuerà ad esserci, dobbiamo prepararci alla quarta dose – ha infatti annunciato Salman Zarka, capo epidemiologo del governo israeliano – Questa sarà la nostra vita d’ora in avanti, a ondate. Per la diminuzione d’efficacia dei vaccini e il calo degli anticorpi ogni pochi mesi, una o due volte l’anno avremmo bisogno di richiami contro il Covid”.
Parole che hanno scatenato un feroce dibattito sia dentro che fuori i confini, e che sembrano tratteggiare un futuro in cui, con l’immunità di gregge che resterà un’utopia, ai cittadini non resterà che rassegnarsi a una campagna di vaccinazione permanente, eterna. Il tutto mentre in realtà la comunità scientifica continua a discutere tanto dell’efficacia quanto della sicurezza degli attuali farmaci, pagati a peso d’oro dai governi e utili, quello sì, a ingrossare a dismisura le casse delle aziende che li producono.
In Israele, oltre 6 milioni di persone hanno già ricevuto almeno una dose del vaccino, 5,5 milioni hanno addirittura completato il ciclo. Senza però scongiurare l’arrivo di nuove ondate nei contagi, con gli ospedali che si sono trovati ancora una volta a fronteggiare una situazione di grande difficoltà di fronte all’arrivo della variante Delta. Nonostante questo, la linea resta la stessa: vaccinare tutti, vaccinare ancora. E, forse, vaccinare per sempre.
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