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Ricordate i Responsabili per Conte? Ecco cosa fanno adesso i “fregati”

Pubblicato il 08/02/2021 15:12

Ve li ricordate i Responsabili? È passata poco più di una settimana eppure sembra sia già un’era geologica. Quando Polverini e Ciampolillo conquistavano tutte le pagine di giornali e tv. E adesso? Scomparsi, come il premier che li aveva disperatamente cercati per salvarsi la poltrona. L’irruzione di Mario Draghi con il suo incarico presidenziale ha scombinato tutto. E l’intero gruppo di “voltagabbana” (come li avrebbe definiti il M5S delle origini, salvo rimangiarsi pure quello) è finito nel dimenticatoio. E cosa succede alle loro carriere politiche ora? (Continua a leggere dopo la foto)

Alessandro Giuli su Libero scrive così: “Effigiati come una figura retorica dall’ex grillino Lello Ciampolillo, il senatore che sconfiggerebbe il Covid con la dieta vegana, hanno vissuto i loro giorni di celebrità autoproclamandosi ‘Costruttori’ e immaginando per sé un ruolo salvifico da ricompensare con le più alte onorificenze. Guidati idealmente dal centrista Bruno Tabacci, il più sveglio della banda e non per caso l’unico destinato a sopravvivere all’impresa squinternata, i Responsabili si erano raggrumati da diverse latitudini con la medesima volontà di trasformare lo spettro delle elezioni anticipate nell’ occasione di una carriera fulminea”. (Continua a leggere dopo la foto)

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L’ex berlusconiana Sandra Lonardo, moglie dell’intramontabile Clemente Mastella, Maria Rosaria Rossi, Luigi Vitali, Andrea Causin, Riccardo Nencini, Renata Polverini… “Ciascuno di loro – scrive Giuli – ha immaginato di regolare conti pregressi con il proprio passato (la Rossi con il suo “ex badato” Silvio Berlusconi); di sfangare la legislatura ritagliandosi un percorso nomadico sempre premiante (Causin passato dal Pd a Forza Italia e infine ai centristi per Conte); di tornare al vecchio ovile senza abbandonare del tutto il nuovo (il socialista Nencini che ha votato la fiducia a Conte accanto al Pd senza rompere con Italia Viva di cui è socio contraente con tanto di simbolo)”. (Continua a leggere dopo la foto)

Sparite le telecamere, usciti dal cono di luce mediatico che ne illuminava i sorrisi enigmatici e ne scandagliava più o meno improbabili curricula, “dei Responsabili non resta che il rarefatto ricordo, come il bagliore di un sogno interrotto nel dormiveglia. Ma a ben vedere, sia pure loro malgrado, nel piccolo pascolo trasformista resta intatta una non trascurabile greppia consolatoria: quei circa 350mila euro di stipendio ancora da intascare da qui a fine legislatura”.

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