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“Si ammalano di più”. I dati smentiscono i talebani del vaccino. Il report Iss

Pubblicato il 04/11/2022 08:45

Tutte le balle delle virostar si stanno pian piano sgonfiando. Una dopo l’altra. Il bello, però, è che loro continuano a dire che non è così, arrivando addirittura a smentire i dati ufficiali, quelli dell’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità. I talebani del vaccino sono alle corde e tentano disperatamente di resistere, ma il k.o. è ormai prossimo. Come spiega Francesco Bartolini su La Verità, tra il 23 settembre e il 23 ottobre nel nostro Paese si sono registrati, secondo l’Iss (e quindi non secondo qualche complottista) 101.075 casi di Covid tra i 6,8 milioni circa di non vaccinati, con una incidenza pari quindi all’1,48%. Nell’altro campione, molto più ampio, di chi si è sottoposto al vaccino (due, tre o quattro dosi) pari a circa 54 milioni di persone, i nuovi casi sono stati 982.919, pari quindi all’1,85%. “È quindi surreale dover ancora ascoltare Walter Ricciardi che parla di medici non vaccinati reintegrati come se fossero pompieri che invece di spegnere il fuoco ci soffierebbero sopra. È disgustoso ascoltare dibattiti dove grandi statiste, che non sono riuscite a rompere il famoso tetto di cristallo ai vertici delle istituzioni dello stato, come Lia Quartapelle o Elisabetta Piccolotti, si stracciano le vesti perché è vergognoso che chi non si è piegato agli ordini (senza nessuna valutazione sulle motivazioni di questa scelta) venga reintegrato come un qualunque criminale che abbia scontato la sua pena”. (Continua a leggere dopo la foto)

Scrive Bartolini: “Se un operatore sanitario, a cui è stato tolto il lavoro e lo stipendio (quindi ampiamente punito, senza entrare nel merito delle motivazioni della sua scelta) viene reintegrato, il malato deve sapere che lui non è vaccinato e non ha rispettato le regole e quindi ci vuole un bel marchio sul camice, così che tutti possano riconoscerlo. Non interessa che i dati (anche quelli dell’Iss, ndr) dimostrino che i vaccinati contagiano come e più dei non vaccinati, bisogna continuare nella narrazione; troppo pericoloso raccontare la realtà, che poi molti cittadini non vogliono nemmeno sentire. A nulla serve evidenziare come l’Italia abbia oggi il maggior eccesso di mortalità tra i Paesi europei. Siamo stati i primi travolti dalla pandemia (ma nessuno dice che siamo stati gli ultimi a uscirne), siamo un Paese di vecchi (come se Germania o Giappone fossero abitati solo da teenager): sono, insieme ad altre, le teorie che vengono utilizzate per delegittimare i numeri”. (Continua a leggere dopo la foto)

I dati degli altri Paesi infatti aiutano a capire anche un altro fenomeno, quello delle varianti. “Nessuno va a vedere i numeri e li collega con i tassi di vaccinazione; le varianti, come si sosteneva prima dell’era Covid, quando anche Andrea Crisanti sosteneva che non si deve vaccinare durante una pandemia, si sono sviluppate nei Paesi con più alti tassi di vaccinazione; in Romania i contagi e i decessi son praticamente assenti, mentre nei Paesi con più alto tasso di vaccinazione (Portogallo, Italia…) il bollettino continua a segnalare decine di migliaia di nuovi casi. Fortunatamente l’inefficienza e la disorganizzazione dell’Africa ha contribuito al fallimento del vaccino «umanitario e solidale», che avrebbe creato più danni che benefici, come quasi tutte le iniziative di solidarietà dell’Occidente. Le percentuali di vaccinazione in grandi Paesi africani come Nigeria, Sudafrica e Kenya sono rispettivamente del 14,6%, del 32% e del 25%; a fronte di queste percentuali contagi e morti sono a livelli irrilevanti”. Cosa si deduce? Che i vaccinati si contagiano di più e muoiono di più. E che nei Paesi con un altissimo tasso di vaccinati proliferano le varianti. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Bartolini: “È l’Africa, si dirà, dove i sistemi di rilevamento sono inesistenti e la vita delle persone vale poco; probabile, ma i numeri valgono solo in un senso, e cioè in quello che conferma la narrazione dominante. Ma si cambia idea velocemente; i virologi tolgono il camice e si mettono la cravatta, Crisanti ci ha messo un attimo a dare dell’incompetente al neo ministro, incurante delle figuracce che sta inanellando da quando è diventato senatore del Partito democratico. Ci si richiama spesso all’approccio ideologico, quel complesso di idee e mentalità proprie di una società o di un gruppo sociale in un determinato periodo storico. Mai come in questi ultimi anni l’ideologia di una parte del Paese si è dimostrata così intollerante e distaccata dalla realtà, ma i numeri piano piano ritornano, lenti ma inesorabili”. L’Iss ne sa qualcosa.

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