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Quirinale, lo scontro entra nel vivo: Pd nel caos. Cosa succede nei Palazzi: i possibili scenari

Pubblicato il 16/11/2021 10:51

La corsa al Quirinale entra sempre più nel vivo e le forze politiche si stanno agitando sull’intasatissimo scacchiere. Anche una sola mossa sbagliata rischia di compromettere tutto. Partiamo dal primo punto fermo: né la destra né la sinistra sono autosufficienti per raggiungere quota 505, ovvero i voti necessari ad eleggere (dal quarto scrutinio in poi) il proprio candidato. Sulla base di questo presupposto, è interessantissima l’analisi che fa Marco Antonellis su ItaliaOggi per disegnare i possibili scenari: “Il centrodestra può contare su 450 grandi elettori (451 ma il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, in quota Fi, non vota) che fanno riferimento ai partiti dentro la coalizione: 197 sono della Lega, 126 di Fi, 58 di Fdi, 31 di Coraggio Italia-Cambiamo-Idea, 5 di Noi con l’Italia, ai quali si aggiungono i 33 delegati regionali”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il centrosinistra, invece, “con M5s può contare su 419 voti (sono 420 ma il presidente della Camera Roberto Fico non vota) se si esclude Iv, mentre può contare su 462 se si conteggia anche il partito di Matteo Renzi. Il Pd conta 133 grandi elettori (Roberto Gualtieri neo sindaco di Roma dovrà optare e quindi forse il suo seggio sarà vacante al momento dell’elezione del Colle), M5s ne ha 232, Leu 18, Azione/+Europa 5, Centro democratico di Bruno Tabacci ha 6 deputati. A questo blocco si aggiungono i 24 delegati regionali, più Gianclaudio Bressa, iscritto al gruppo per le Autonomie ma eletto con il Pd”. (Continua a leggere dopo la foto)

Tra i 1008, come è noto, ci sono i 6 senatori a vita: Napolitano, Monti, Segre, Cattaneo, Piano, Rubbia. “E le Autonomie: Il gruppo delle autonomie-minoranze linguistiche conta 4 deputati e 5 senatori, al cui gruppo a Palazzo Madama, oltre a Bressa, sono iscritti Pier Ferdinando Casini (Centristi per l’Europa) e i senatori a vita Cattaneo e Napolitano. C’è poi il corpaccione del gruppo misto con alcune aree politiche che rispondono a sé stesse. In questa legislatura il gruppo Misto di Camera e Senato si è mosso di qua e di là a seconda della nascita di nuove componenti: il gruppo più nutrito è quello ex M5s di Alternativa C’è che per le votazioni del Quirinale ha 19 grandi elettori, Azione/+Europa-Radicali (5), Centro Democratico (6 deputati), Maie (3 deputati, 3 senatori), FacciamoEco (3 deputati), Nci (5 deputati). Nel Misto al Senato c’è poi LeU (6) e tanti fuoriusciti M5s”. (Continua a leggere dopo la foto)

In più, sottolinea Antonellis, ci sono altre due variabili da mettere in conto: “Silvio Berlusconi non ha un piano B a se stesso (perché indebolirebbe il piano A, cioè il Cav medesimo) ma se alla lunga dovesse averne bisogno la sua vera carta coperta sarebbe quella di Gianni Letta non quella di Casellati, di Giuliano Amato o Casini come qualcuno incautamente va dicendo in transatlantico. C’è poi il capitolo Mattarella che per molti non è ancora definitivamente chiuso e che potrebbe riaprirsi al momento opportuno perché sull’asse Quirinale-Palazzo Chigi ritengono che c’è solo una persona che a questo punto possa convincere l’attuale inquilino del Colle a rimanere al suo posto: Mario Draghi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Anche al Colle sono coscienti che sarebbe difficile dire di no se arrivasse una richiesta esplicita, per il bene del Paese, da parte del presidente del Consiglio. “L’ennesimo «non possumus» potrebbe quindi infrangersi di fronte a un appello da parte dell’attuale inquilino della presidenza del Consiglio. D’altra parte, l’unico che non si è ancora pronunciato sulla questione Quirinale è proprio Draghi e se il suo pronunciamento fosse a favore della staffetta difficilmente un uomo con il senso di responsabilità dell’attuale Capo dello Stato potrebbe sottrarsi”.

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