Sul fronte scuola è caos in tutta Italia. Il modello Azzolina sembra far acqua da tutte le parti. E il culmine di questa vicenda si sta raggiungendo in Puglia con lo scontro tra il governatore e la ministra. Emiliano alla fine ha ceduto e le ha riaperte, ma ha lanciato un appello che ora a livello istituzionale e politico fa molto discutere: “Faccio mio l’appello dei pediatri: evitate di mandare i bambini a scuola in presenza, questo è più sicuro sia per i bambini che per la salute pubblica. Scegliete, se possibile, la Dad, e da casa – sia pure con tutti i limiti – cercate di fare il possibile, fino a quando i dati epidemiologici non scenderanno”.
Il presidente della Regione Puglia ha scelto di ribadire la sua posizione nel giorno in cui gli istituti pugliesi – elementari e medie – devono riaprire per effetto della decisione di venerdì scorso del Tar della Puglia, che ha sospeso l’ordinanza della Regione che aveva disposto la dad in tutte le scuole a partire dalle elementari. Dopo la decisione del Tar, il presidente della Regione ha emesso una nuova ordinanza che dispone la possibilità per le famiglie di scegliere se avvalersi della didattica in presenza o di quella digitale.
E oggi, in una intervista al Tg Norba, il governatore della Puglia ha ribadito l’invito a preferire la didattica a distanza, in totale contrapposizione alla ministra Azzolina, la quale continua a sostenere che non è la catena trasporti-scuola a far aumentare i contagi. Una posizione che Emiliano aveva già spiegato con un lungo post su Facebook nella tarda serata di domenica, alla vigilia del rientro in classe.
“Se nel periodo di vigenza della mia ordinanza sceglierete la Dad – scrive Emiliano – aiuterete la salute pubblica riducendo i contagi e tutelerete meglio i vostri ragazzi e ragazze, il personale scolastico docente e non docente e tutti i familiari – soprattutto anziani e fragili – dal pericolo di contagi e danni gravi alla persona”, conclude il governatore pugliese. Mentre la ministra Azzolina continua da giorni a intimargli: “Riapri le scuole!”.
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