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“6.600 euro in tre giorni”. Ecco chi e come si arricchisce alle spalle dei sanitari sospesi. Lo scoop

Pubblicato il 06/08/2022 12:47 - Aggiornato il 06/08/2022 17:20

Tra le tante disastrose eredità che ci lascia Speranza come ministro della Sanità c’è anche quella del collasso dei pronto soccorso. In questi giorni in Italia stiamo assistendo a scene da terzo mondo. Il ministro, però, resta concentrato su mascherine e vaccini, magari mentre ripensa ai tanti licenziati e sospesi tra il personale sanitario proprio a causa delle sue folli decisioni in materia di obblighi vaccinali e Green pass. E mentre le persone rischiano di stare in attesa anche 12 ore prima di essere visitati, o di morire proprio in pronto soccorso (come è purtroppo già tragicamente successo) negli ospedali italiani si registra il panico. Come in tutte le cose, però, in mezzo al dramma c’è chi ci sguazza e magari ci si arricchisce anche. È Leggo a dare lo spunto: “Sta prendendo sempre più piede il fenomeno dei medici forniti agli ospedali dalle cooperative, e che per poche ore nei reparti, dove c’è carenza di personale, ottengono cifre spropositate”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ecco il capolavoro di Speranza, dunque. Ha licenziato e sospeso centinaia e centinaia di medici perché non vaccinati (mentre tra i vaccinati è boom di contagi e ricoveri, quindi le motivazioni delle sue scelte sono ancora tutte un mistero) uccidendo ospedali e pronto soccorso per far ora lavorare quelli delle cooperative e pagarli a peso d’oro. Un fenomeno molto diffuso in Veneto, ma non solo. A raccontare alcune delle storie dei medici non residenti, ma forniti agli ospedali veneti dalle cooperative, è anche Il Gazzettino: “C’è ad esempio il medico residente alle Canarie, dove la tassazione è agevolata, ma che con l’aereo arriva in Veneto per prestare servizio nella Ulss 3. In 66 ore di fila al pronto soccorso, ha guadagnato (in meno di tre giorni) la bellezza di 6.600 euro lordi”. (Continua a leggere dopo la foto)

E ancora: “Un altro esempio è quello di un medico che per mesi, a 100 euro lordi all’ora, ha lavorato di notte nei reparti di pronto soccorso e rianimazione di vari ospedali veneti. Per metà dell’anno ha lavorato guadagnando in una settimana quello che un collega assunto in ospedale guadagna in un mese. Per gli altri sei mesi, fa surf. Ma in Veneto non si vede più da tempo, dopo aver scoperto che i turni, in Alto Adige, sono pagati ancora di più: 120 euro lordi all’ora. Quello che colpisce è che, se i medici forniti dalle cooperative vengono pagati così lautamente, è perché gli ospedali sono ampiamente sotto organico”. (Continua a leggere dopo la foto)

L’evidente disparità non riguarda solo i medici assunti negli ospedali e quelli forniti dalle cooperative. “La Regione Veneto è sempre stata fantasiosa e non credo abbia difficoltà a trovare il modo di pagare di più i medici del Pronto soccorso, ad esempio, che sono sul fronte. E poi bisogna evitare sparate assurde per cui i medici che vaccinano prendono 80 euro lordi all’ora contro un medico di Pronto soccorso che in straordinario ne prende 40 e sulla carta dovrebbe fare 38 ore mentre ne fa di solito 48 alla settimana”, insiste il dottor Leoni, presidente dell’Ordine dei medici di Venezia. Ma proprio a lui, e agli altri presidenti degli Ordini sanitari, però, andrebbe chiesto perché hanno avallato – e continuano a farlo – sospensioni e licenziamenti di loro colleghi in modo del tutto anticostituzionale e, soprattutto, antiscientifico.

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