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Così l’Ue insegnò come usare il terrore in pandemia. Scandalo a Bruxelles. Ecco il documento che li inchioda

Pubblicato il 09/02/2023 13:09
progetto Tell Me pandemia

C’è poco da essere complottisti. C’è, invece, da arrabbiarsi e basta, e ribellarsi. Di giorno in giorno emergono nuovi dettagli inquietanti sulla pandemia di Covid. Mentre la lotta per la verità sui vaccini continua ad andare avanti molto a rilento a causa dei bastoni tra le ruote che mettono i diretti interessati e della censura messa in atto da politici e media collusi, ora si scopre che le “tecniche” usate per raggiungere determinati scopi erano già state messe nero su bianco tra il 2013 e il 2016. Si tratta di modelli per una migliore “comunicazione del rischio” durante le pandemie. Il tutto con la regia dell’Europa, pronta a formare i professionisti della salute su come rivolgersi alla popolazione durante una pandemia. Nello specifico il corso di formazione prese le mosse in seguito al diffondersi della H1N1. E qui c’è la prima sorpresa. Come rivela La Verità che si è occupata di aprire questo vaso di Pandora, chi c’era nel board del progetto Tell Me? Pierluigi Lopalco. Lo ricordate? Personaggio di spicco nella gestione della pandemia in Italia. Ma non era il solo. C’era anche Michele Emiliano, che sarebbe poi stato il candidato del Pd in Puglia. Altra chicca? Tra i partner del progetto europeo c’era anche il nostro Cnespi, ossia il Centro Nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute facente capo all’Istituto superiore di Sanità. Tale organismo fu letteralmente chiuso quando nel 2015 Walter Ricciardi diventò commissario dell’ISS. Ma cosa c’era scritto nei documenti del progetto Tell Me dell’Europa per la gestione una pandemia? (Continua a leggere dopo la foto)
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Si legge ancora oggi sul sito Epicentro dell’Iss: “Tre gli obbiettivi principali del progetto: comprendere quali strategie di comunicazione la sanità pubblica debba adottare per comunicare alla popolazione le azioni preventive da mettere in atto (per esempio norme igieniche, vaccinazioni, terapie antivirali); individuare le modalità di comunicazione più appropriate per affrontare la complessità degli eventi (incertezza, ignoranza e tutte le diverse forme di disinformazione); sviluppare le migliori strategie di comunicazione per una corretta informazione sui vaccini“. I nostri “esperti” sembrano averle seguite alla lettera, aggiungendoci anzi ancora più cattiveria. Tra i punti principali c’è l’insistere sui vaccini come unica soluzione e il controllo dell’informazione e dei social. Il board studiò quali potessero essere le migliori strategie per indurre la popolazione a vaccinarsi. “Gli obblighi comportano una sanzione, la negazione di un privilegio sociale come frequentare la scuola o lavorare in un ospedale”, scrivono nel report horror. Già tra il 2013 e il 2016, quindi, venivano messe a punto in questo programma europeo le strategie repressive per obbligare le persone a vaccinarsi. (Continua a leggere dopo la foto)

Un punto è altrettanto interessante: il report non prende mai in considerazione la possibilità che ci possano essere effetti avversi. Scrivevano addirittura che – per definizione (sic!) – le morti causate dai vaccini (quindi comunque prendevano in considerazione questa possibilità) sarebbero comunque sempre inferiori da quelle causate dalle pandemie. Insomma: il gioco vale la candela. Per loro. Poi si considera anche – come è poi accaduto perfettamente nella gestione della pandemia in Italia (e non solo) – di vaccinare tutti, anche chi non ne ha bisogno. Come i più giovani che – sempre secondo il progetto Tell Me dell’Europa – possono essere esposti a questi “piccoli rischi” per proteggere gli altri. Ci suona familiare vero?

Nei documenti, inoltre, si parla anche di come reprimere i no vax e di come prendere in considerazione l’idea di “far vedere scenari personali di persone non vaccinate”. Come quando in piena pandemia tv e giornali di Sistema raccontavano ogni giorno le storie di non vaccinati morti o in gravi condizioni, senza dire che poi erano molto meno di quelli vaccinati che sono morti e che sono stati gravemente malati. Infine: le mascherine. Proprio come oggi, anche all’epoca non c’era alcune evidenza scientifica sulla loro utilità (e lo scrivono anche loro): come imporle quindi alla popolazione? Attraverso la paura. Insomma, il programma è stato eseguito alla perfezione. Ora facciamo alcune domande…

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