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L’Europa boccia l’Italia e la Meloni. “Rischio procedura d’infrazione”: cosa significa e cosa comporta

Pubblicato il 21/11/2023 18:11 - Aggiornato il 21/11/2023 18:15

Un sì con riserva. Ovvero una promozione, ma con qualche criticità ancora presente. Questo il giudizio dell’Unione Europea sulla manovra italiana, contenuto nelle raccomandazioni pubblicate dall’esecutivo Ue: “La Commissione è del parere che il documento programmatico di bilancio aggiornato dell’Italia non sia pienamente in linea con la raccomandazione del Consiglio del 14 luglio 2023. La Commissione invita pertanto l’Italia a tenersi pronta ad adottare le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio nazionale per garantire che la politica fiscale nel 2024 sia in linea con la raccomandazione del Consiglio del 14 luglio 2023″. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Rischio procedura d’infrazione”. La mannaia Ue sull’Italia

L’Italia fa parte del gruppo di nove Paesi dell’eurozona che sono stati di fatto “rimandati”. Una sorta che ci accomuna, come spiegato da Libero Quotidiano, ad Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia. Rischiano di non essere in linea invece Belgio, Finlandia e Croazia. (Continua a leggere dopo la foto)

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Netto, invece, il giudizio negativo sulla Francia: la Finanziaria francese è stata ritenuta “non in linea” con le raccomandazioni. Sono stati promossi a pieni voti: Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania Il punto debole della manovra italiana, secondo la Commissione, riguarda l’alta spesa primaria calcolata sul 2023. Il rischio è che in primavera possa scattare la procedura d’infrazione nei nostri confronti. (Continua a leggere dopo la foto)

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Secondo le previsioni autunnali 2023 della Commissione, la spesa primaria netta dell’Italia dovrebbe aumentare dello 0,9% nel 2024, un tasso inferiore al massimo raccomandato. Per i tecnici di Bruxelles, tuttavia, le stime attuali della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2023 sarebbero superiori a quanto previsto al momento della raccomandazione (dello 0,8% del Pil).

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