Quali saranno le professioni del futuro e come si evolverà il mercato del lavoro? Una domanda che preoccupa tantissimi ragazzi italiani e alla quale ha tentato di rispondere il Premio Nobel Christopher Pissarides, che ha sottolineato come nelle università di tutto il mondo stiamo assistendo a un “boom” di iscrizioni ai corsi STEM (science, technology, engineering and mathematics), cioè le materie scientifiche. Una scommessa vincente? Non proprio, secondo l’esperto, visto che le intelligenze artificiali potrebbero portare a un calo drastico dei posti disponibili, lasciando molti laureati senza opportunità. Gli alti stipendi che vediamo oggi, per chi arriva da studi STEM, potrebbero non essere alti tra qualche anno, “quando le IA avranno presto un ruolo più rilevante nel lavoro”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Sempre secondo il premio Nobel per l’Economia, coltivare le soft skills potrebbe essere una strategia migliore. La sovrabbondanza di laureati in STEM potrebbe infatti creare una competizione feroce per un numero limitato di posti di lavoro, sollevando interrogativi sulla sostenibilità delle attuali tendenze educative e lavorative. Secondo Pissarides, sarebbe bene iniziare ad adottare una prospettiva alternativa. (Continua a leggere dopo la foto)
Settori come l’ospitalità e l’assistenza sanitaria, incentrati su competenze di comunicazione ed empatia, potrebbero resistere all’automatizzazione, offrendo un futuro sicuro per i professionisti dotati di queste abilità. Le “soft skills”, come spiegato dalla testata Tom’s Hardware, sono abilità non tecniche, trasversali a diverse aree professionali, che riguardano principalmente l’interazione e la gestione delle relazioni interpersonali. (Continua a leggere dopo la foto)
Bene concentrarsi su aspetti come comunicazione, empatia, lavoro di squadra, gestione dello stress, creatività, pensiero critico e leadership. Competenze che, nel mondo del futuro, saranno sempre più improtanti secondo il Premio Nobel Pissarides.
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