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“Con l’arrivo dell’inverno…”. Pregliasco non molla, la sua ultima profezia tra allarmismo e terrorismo

Pubblicato il 22/09/2022 11:32

Il televirologo Fabrizio Pregliasco non molla. Intervenuto nella trasmissione “Dritti al punto”, su Cusano Italia Tv, è tornato a fare terrorismo sul Covid. Orfano dei bollettini quotidiani, dei lockdown e degli obblighi vaccinali, Pregliasco prova a far scattare di nuovo l’allarme, e avverte: “Ora siamo in una fase di calo dell’Omicron, ma nel prossimo inverno ci dobbiamo aspettare un rialzo, sperabilmente un’onda e non un’ondata di risalita, anche perché è quello che abbiamo appena constatato in Australia, dove parallelamente c’è stato anche un aumento dei casi di influenza. Speriamo che non sia necessario attuare interventi stringenti”. (Continua a leggere dopo la foto)

Quello “speriamo” la dice lunga. Così come la dice lunga il fatto che Pregliasco prenda ancora in seria considerazione la possibilità di altri interventi stringenti. Del Covid, intanto, gli italiani si sono completamente dimenticati. Le mascherine non esistono più, così come gli igienizzanti e i distanziamenti. Eppure non ci sono morti, e le terapie intensive sono vuote. E questo è quello che conta. “Partiamo comunque con tranquillità, ma è importante, soprattutto ora, richiamare alla vaccinazione i soggetti fragili, perché potremmo vedere uno scenario non piacevole”, dice ancora il virologo innamorato dei vaccini (meglio se obbligatori). (Continua a leggere dopo la foto)

Pregliasco infine spiega: “Siamo oggettivamente in una fase di transizione tra quella che è stata la pandemia e quella che sarà l’endemia, cioè la necessaria convivenza con questo virus, perché tra le caratteristiche perfide di questo virus c’è quella di continuare ad avere variazioni che gli permettono di schivare anche la protezione della guarigione oltre che della vaccinazione. Questo farà sì che il virus rimarrà con noi con variazioni successive per cercare di fare il suo sporco mestiere, cioè infettarci. Non dobbiamo però immaginare una presenza del virus con piccoli numeri costanti, ma con una continua variabilità”.

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