Il governo vara i Dpcm che tengono bar e ristoranti chiusi, poi tocca agli agenti di polizia andare a fare i controlli e, spesso con la morte nel cuore, dover applicare sanzioni o fare multe a chi, disperato, dice di non farcela più e prova comunque ad aprire. E tocca sempre agli agenti di polizia andare in piazza durante le manifestazioni dei ristoratori e dei commercianti disperati perché obbligati a stare chiusi e tirare avanti solo con alcune briciole di ristori. E così, dopo quasi un anno vissuto così, la polizia comincia a essere stanca di reprimere. Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato, ha voluto quindi esprimere un pensiero nei confronti dei suoi colleghi e dei ristoratori fiaccati dalla crisi e dai provvedimenti governativi. (Continua a leggere dopo la foto)
“Rivolgiamo la nostra solidarietà e gli auguri di pronta guarigione ai colleghi feriti durante le proteste davanti a Montecitorio, ed anche a tutti gli altri comandati in un servizio ben ‘più pesante e opprimente’ di quel che si possa pensare. Quanto accaduto non deve certamente meravigliare, né si può pensare che i problemi siano finiti qua”, dice Mazzetti commentando la notizia del ferimento di due agenti negli scontri registrati a Piazza Montecitorio, durante il sit-in di protesta di diverse categorie contro le chiusure decise dal governo. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Piuttosto”, continua Mazzetti ripreso da affaritaliani.it, “di fronte al protrarsi di uno stato di cose che schiaccia la cittadinanza sotto al peso di sacrifici insostenibili, è inevitabile che riprenda la sequela di proteste e manifestazioni di ogni genere da parte di tutte le più disparate categorie sociali ormai allo stremo. È indispensabile censurare senza se e senza ma ogni tipo di violenza che, lunghi dall’affermare le legittime istanze di chi scende in piazza, fa passare in secondo piano, oltre che dalla parte del torto, chiunque abbia qualcosa da dire”. (Continua a leggere dopo la foto)
Conclude Mazzetti: “Ma con altrettanta onestà intellettuale non possiamo che rilevare come questa esasperazione generalizzata sia comprensibile e ormai incontenibile, e ciò significa che bisogna dare ai cittadini risposte diverse. Al momento, come sempre, solo le forze dell’ordine si ritrovano a raccogliere e fronteggiare gli sfoghi di un livello di disperazione che non può e non deve essere sottovalutato. Pensare di gestire questa situazione ormai non più emergenziale, dato che va avanti da oltre un anno, da una prospettiva scollata dalla realtà di chi invece non riesce più a tenere in piedi la propria esistenza costruita magari dopo una vita di lavoro, significa sottovalutare pericoli seri e reali per la sicurezza interna del paese”.
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