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Processo Pfizer, von der Leyen “non è candidabile”. Trema l’Ue: cosa è successo alla prima udienza

Pubblicato il 18/05/2024 13:02

È finalmente iniziato il processo più atteso: quello contro Pfizer e contro l’Ue. Al centro di tutto ci osno ancora quegli sms che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, si è scambiata con il Ceo di Pfizer, Albert Bourla. Sms che sono spariti, che l’Europa non vuole consegnare, ma che hanno portato alla contrattazione dei vaccini per il Covid. La giustizia belga ha tirato dritto, portando avanti l’inchiesta. La prima udienza a porte chiuse che si è tenuta a Liegi nella giornata del 17 maggio è stata convocata per decidere se dovevano essere i pubblici ministeri belgi o la Procura europea Eppo (European public prosecutor’s office) ad avere la competenza sull’indagine Pfizergate. Tutto è partito dalla denuncia presentata da Polonia e Ungheria, insieme con il lobbista Frédéric Baldan, il presidente del partito francese «Les Patriotes» Florian Philippot e l’associazione Generazioni future contro il presidente della Commissione europea, accusata di corruzione, conflitto d’interessi, interferenza nelle funzioni pubbliche e distruzione di documenti, i famosi sms appunto. Secondo l’accusa, la Procura Europa ha però voluto sottrarre l’indagine alla procura belga per insabbiare tutto, e infatti fin qui ha tenuto la sua inchiesta, annunciata nel 2022, nel cassetto. (Continua a leggere dopo la foto)
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I denuncianti, spiega Maddalena Loy su LaVerità, non hanno dubbi: “L’intenzione di Eppo è di sottrarre la giurisdizione del caso alla procura belga per proteggere Von der Leyen che, nel frattempo, è l’unica candidata ufficiale a presiedere nuovamente la Commissione Ue e insabbiare l’inchiesta”. Ma il colpo non è andato a buon fine: “Le parti sono convocate il prossimo 6 dicembre e sarà allora che sarà deciso chi deve indagare sul presidente della Commissione europea, la cui posizione resta dunque appesa a un filo”. Ieri a Liegi gli accusati si sono presentati con ben dieci avvocati: due in difesa di Von der Leyen, due in difesa di Bourla, e tre ciascuno in rappresentanza di Pfizer e BioNTech. “Non c’è dubbio – ha dichiarato Frédéric Baldan a proposito della candidatura di von der Leyen a presiedere ancora la Commissione – che come candidata non soddisfi più i requisiti, perché non può più difendere autonomamente gli interessi dell’Unione europea”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Secondo i nostri avvocati – dichiara ancora Baldan – il presidente non dovrebbe poter godere dell’immunità, ma se invece così fosse, bisognerà chiederne la revoca”. Nel corso dell’udienza del 17 maggio, il procuratore di Liegi ha deciso di consultare accusa e difesa per chiedere il loro parere riguardo la competenza o meno della Procura europea sul caso. Come spiega Maddalena Loy: “Nelle more, se il presidente della Commissione Ue e il Partito popolare europeo che la candida tirassero dritto e lei riuscisse a essere eletta a metà luglio e a insediarsi a novembre con i nuovi commissari, potrebbe trovarsi nella sgradevole posizione di rappresentare l’Unione europea da indagata.

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